Siamo vicini al picco, si dice. E già in alcune parti d’Italia la curva comincia a flettere. Ma in Granda non è proprio il momento di abbassare la guardia. E non è un modo di dire. Siamo infatti la terza provincia in Italia per nuovi contagi (421) ogni 100 mila abitanti nell’arco di sette giorni, ovvero nella graduatoria che meglio misura l’indice di diffusione del virus, al riparo dalle oscillazioni di giornata e a prescindere dalla densità di popolazione. Eravamo undicesimi due settimane fa e quinti la settimana scorsa. Davanti a noi ci sono le province di Prato (424) e Forlì-Cesena (423), dietro ci sono Udine (416), Gorizia (403), Rimini (389), Taranto (385), Bari (38), Mantova (375), ecc. La media italiana è di 258 ogni 100 mila abitanti, appena sopra la soglia di allarme di 250 che decreta l’ingresso in zona rossa.
Con questi numeri, è scontato che i nostri ospedali siano pieni. Vale in senso letterale per le due strutture interamente dedicate al Covid: Saluzzo con 72 (su 72) di degenza ordinaria più 10 (su 10) di terapia intensiva e Ceva con 46 (su 46) di ordinaria. Vale, limitatamente ai posti riservati ai pazienti Covid, anche per gli ospedali di Mondovì (21 su 21 più 6 su 9 in terapia intensiva) e Savigliano (18 su 18 e 5 su 5) e per i posti convenzionati all’Istituto climatico di Robilante (40 su 40). Per nulla rassicurante anche la situazione nei due ospedali “hub”: Cuneo ha superato i 100 posti letto occupati da pazienti contagiati (ora sono 105), a cui se ne aggiungono 10 in semintensiva e 15 in terapia intensiva. Verduno conta 151 ricoveri per coronavirus di cui 12 in intensiva e 32 in semintensiva. Anche il Covid hotel di Centallo (ex albergo “La bussola”), dedicato agli asintomatici senza casa in cui isolarsi, è tornato ad animarsi con 10 posti letto occupati su 17.
Dalla provincia alla Regione, il bollettino di martedì 30 marzo in Piemonte ci dice che i ricoveri in terapia intensiva sono aumentati, in sette giorni, di 22 unità, passando da 347 a 369 (+6,3%); i ricoveri ordinari, invece, di 283 unità, da 3.572 a 3.855 (+7,9%). Se rapportati alle due settimane precedenti, nei quali gli incrementi erano stati, rispettivamente, del 16% e 12% (martedì 16) e del 31 e 30% (martedì 9 marzo), danno la misura dell’appiattimento della curva, come accade puntualmente dopo alcuni giorni di “rigore”. Un calo che non si avverte ancora nei decessi, che in tutto il Piemonte sono diventati 10.269 (+246 in sette giorni) e in provincia di Cuneo 1.240 (+43). Per numero totale di morti ogni 100 mila abitanti, il Piemonte è 6° in Italia con 238, dietro a Valle d’Aosta prima con 339, Lombardia (306), Friuli (273), Emilia (266) e Liguria (253).
Da segnalare, inoltre, il numero complessivo dei contagiati in Regione, che ha raggiunto e superato quota 311 mila. Corrispondono a poco più del 7% della popolazione. In Granda, invece il numero totale dei contagiati, da inizio pandemia, è di 43.790, per una percentuale del 7,3%. In Piemonte, con una percentuale maggiore c’è soltanto Torino. E buona parte della vituperata Lombardia si colloca poco al di sopra o poco al di sotto.
L’alto livello di contagi nel Cuneese spicca anche dalla mappa Covid per Comuni, con il numero degli attualmente positivi che continua a crescere di settimana in settimana. A Fossano, nell’ultimo aggiornamento di martedì 30 marzo, sono 214 (+34), a Cuneo 636 (+130), ad Alba 464 (-53), a Bra 275 (+45), a Savigliano 226 (+42), a Mondovì 190 (+1), a Saluzzo 179 (+49). Fuori dalle “sette sorelle” preoccupano Boves a 157 (-33), Borgo San Dalmazzo a 165 (+15), Busca a 163 (+22), Racconigi a 114 (-5). Nel Fossanese, continua a salire Centallo che raggiunge i 95 casi (+11). Seguono Sant’Albano con 33 (-8), Cervere con 29 (+8), Tarantasca con 29 (+3), Genola con 27 (+8), Marene con 22 (+3), Bene Vagienna con 20 (-6), Trinità con 11 (-2), Villafalletto con 8 (+7), Salmour con 1 (=) e Vottignasco con 0 (=).
