Covid, il Piemonte chiede di accelerare la terza dose

Nell'ultima settimana contagi in aumento. Fossano è passato da 15 a 31

Report COVID 19 Piemonte 2 Novembre 2021

Sono tutti segni più quelli del bollettino Covid dell’ultima settimana in Piemonte. Più contagi, più ricoveri, più isolamenti domiciliari. E danno il segno di una crescita dei contagi che interessa tutta Italia. Dobbiamo preoccuparci? Non ancora, dicono gli esperti. O, meglio, non eccessivamente.  Questa fase espansiva dell’epidemia, infatti, era attesa dopo le riaperture e l’arrivo della stagione fredda con la maggiore frequentazione di ambienti chiusi, ma finora non si osservano dinamiche esponenziali simili all’ottobre 2020. Resta molto limitata, rispetto a quella dei nuovi casi, la crescita dei ricoveri e dei decessi, a testimonianza di un’ottima tenuta dei vaccini contro questi rischi specifici. Tuttavia, il calo nel tempo dell’efficacia contro il rischio di infezione spinge verso l’estensione della terza dose di vaccino a tutta la popolazione.

In Piemonte, nello specifico, la settimana dal 26 ottobre al 2 novembre ha fatto registrare un aumento degli attualmente positivi di 561 unità (nei sette giorni precedenti erano cresciuti di 370). I ricoveri in terapia intensiva sono passati da 17 a 22 (ma a inizio ottobre erano 24), quelli nei posti letto Covid ordinari da 184 a 203 (ma la percentuale di occupazione si mantiene bassa, al 3,5%, rispetto a una soglia critica fissata dal ministero della Salute al 15%), gli isolamenti domiciliari hanno superato quota 4 mila (+537). Stabile la curva dei decessi: +9 in Piemonte, nessuno in provincia di Cuneo, che resta a 1.467.
Nella Granda, i nuovi positivi sono 202 (28 nuovi casi al giorno). A Fossano sono passati da 15 a 31. La città con più casi è Alba con 63 (+14). Seguono Cuneo con 46 (+8), Cherasco con 38 (+15), Canale con 27, Garessio con 22 (-1) e Mondovì con 21 (-1).

Covid Sette Giorni In Piemonte Tabella 02 11 2021

In parallelo, sul fronte vaccinazioni, il Piemonte sta all’81,9% (+0,8%) se si considerano soltanto gli over 12, due punti sotto la media nazionale che è all’83%. La percentuale è invece del 74,3% calcolando tutta la popolazione.
Pur continuando a incentivare le prime dosi (sono 578 mila coloro che non hanno ancora aderito), al Dirmei si è così deciso di concentrare gli sforzi sulle cosiddette “terze dosi”, che interessano una platea di cittadini che, per età o per categoria, sono stati i primi ad essere immunizzati e che ora è fondamentale non vedano diminuire la propria protezione contro il virus.

Tutte le informazioni sulla terza dose su La Fedeltà del 3 novembre