Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti

Ucraina: un palazzo a Mariupol colpito dai bombardamenti
Ucraina: un palazzo a Mariupol colpito dai bombardamenti (foto Pavlo Tomaszewski)

Quando scoppia un conflitto è perché si sono commessi degli errori, da una parte e dall’altra.
A partire dalle piccole guerre che si combattono in famiglia, tra vicini di casa, tra paesi per finire a quelle tra Paesi, tra Alleanze.
Quando scoppia un conflitto riusciamo a vedere molto bene i torti e gli errori fatti da chi sta dall’altra parte della barricata, molto meno i nostri.
Se abbiamo provato anche solo un po’ ad approfondire, a capire, ci siamo accorti di quanto sia difficile districare la spinosa matassa degli interessi in campo, degli equilibri strategici, degli odi stratificati dalla storia, della sete di potere, delle legittime aspirazioni di autodeterminazione del popolo ucraino, teatro di un conflitto che va al di là dei suoi confini.
Se siamo onesti, riconosciamo che ci sentiamo impotenti, che le nostre sono poco più che chiacchiere da bar, che non ci dispiace poi tanto delegare ad altri la responsabilità di risolvere la situazione, possibilmente facendo in modo che noi non ci perdiamo troppo, in termini di benessere acquisito. “Per quanto voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”, cantava tempo fa Fabrizio De André, ed è così ancora adesso. Siamo complici, siamo coinvolti, siamo forse anche vittime.
Non è qui, non è adesso che si costruisce davvero la pace, e ce ne dovremo ricordare a bocce ferme e armi seppellite. Qui si può e si deve buttare acqua sul fuoco, potenziare le vie diplomatiche e stare accanto a chi soffre, in tutti i modi possibili.
Qui si può pregare, se siamo credenti, se ci fidiamo di Dio, che agisce nella storia, che scrive diritto sulle nostre righe storte. Il Mercoledì delle Ceneri, la prima lettura diceva così: “Ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male. Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione?” (Gl, 2, 13-14).
Di fronte all’evidente incapacità degli uomini di convertirsi, non possiamo fare altro che chiedere a Dio che si converta a noi, che si ravveda riguardo al male, che lasci dietro a sé una benedizione, di cui mai come oggi abbiamo davvero bisogno.

Maria Paola Longo