Ripristinato il sentiero antico per Sant’Anna di Vinadio

Finalmente esiste un’altra via (più sicura e verde) per raggiungere il Santuario di Sant’Anna di Vinadio. Sono stati infatti ultimati i lavori di riattivazione e recupero dell’antico sentiero che in passato portava al luogo di culto. La faticosa impresa è iniziata nel 2016 ad opera di un gruppo di abituali pellegrini del cammino, iscritti al Cai di Fossano - anche se l’iniziativa si è generata indipendentemente dal club alpino. “Ci sembrava paradossale che una numerosa folla di pellegrini camminasse sul ciglio della trafficata strada provinciale, quando invece sul versante opposto si vedevano i segni dell’antico sentiero” - commenta il gruppo. Per questo, nel giugno 2016 è cominciata un’analisi preliminare al fine di individuare le tracce del sentiero, che si è conclusa solo nella primavera dell’anno successivo.

Dal 2017, grazie all’autorizzazione del Comune di Vinadio, il gruppo di lavoro - che nel frattempo è diventato parte dei soci “Amici del cammino di S. Anna”- ha iniziato le attività di recupero per riportare in luce la storica mulattiera che da Pratolungo saliva al colle. “Diciamo storica non a caso. Infatti il percorso ha un valore umano che rischiava di perdersi: su questo sentiero hanno camminato una moltitudine di persone che dalla pianura Padana volevano raggiungere quella che oggi chiamiamo “Costa azzurra”, ma che un tempo era un luogo di lavoro stagionale, soprattutto invernale”.

Grazie al duro lavoro, nel 2019 è diventato operativo il primo tratto, dalla frazione Aie al ponte della Buttiero. Nel 2021, con la realizzazione del famoso ponte tibetano, è diventato agibile il segmento fino a Baraccone. Quest’anno si potrà finalmente percorrere anche l’ultimo tratto: da Baraccone sino all’imbocco del sentiero storico già esistente che permette di raggiungere il Santuario. Il lavoro, nell’ultimo pezzo recuperato, non è del tutto completato; infatti saranno necessari miglioramenti e successive rifiniture, ma la maggior parte dell’intervento, ad oggi, è stata compiuta.

È stata un’operazione lunga, faticosa e per niente banale, che ha richiesto un costante impegno ed il superamento di difficoltà non indifferenti. Gli obiettivi del progetto sono stati diversi. Sicuramente, dietro all’impresa, c’è stato un profondo intento di recupero del valore storico del sentiero, un percorso delicato sin dall’epoca antica, poiché già nell’anno 1000 la Chiesa era stata spinta ad attrezzarlo al pari degli altri colli alpini, per mezzo del primitivo insediamento di Sant’Anna e con l’istituzione del randiere, per consentire un sentiero più sicuro.

Lo scopo primitivo del lavoro degli ultimi anni è stato quello di dotare la valle di un sentiero alternativo per raggiungere il Santuario, in modo che, da Pratolungo, i pellegrini fossero in grado di risalire il Vallone di Sant’Anna completamente immersi nella natura incontaminata - il passaggio umano negli ultimi secoli si è infatti limitato ai rari pescatori; tutto ciò in modo da evitare i pericoli e i rumori derivanti dal passaggio delle automobili, permettendo così di avere un ambiente accogliente che favorisce anche la meditazione. Ma il sentiero è adatto anche al divertimento: testimone è il ponte tibetano sospeso e le numerose attrattive naturali.

“Inoltre, abbiamo voluto riattivare un importante percorso che, sul colle e lungo la valle, ha visto contrapporsi e transitare gli eserciti, come risulta dalle imponenti opere militari che caratterizzano il forte di Vinadio sul lato italiano, ed i crinali della valle ampiamente fortificati”.

Ci sono diversi modi per percorrere il sentiero. Chi desidera seguirlo interamente, può imboccare il vecchio sentiero già da Pratolungo. Chi invece vuole fare un tratto in auto, può lasciare il mezzo all’altezza del ponte Buttiero, salire al Baraccone e poi al Santuario passando sul ponte tibetano; in alternativa, si può seguire il percorso più breve, lasciando l’automobile al Baraccone e raggiungendo il Santuario attraverso il terzo tratto che si collega al sentiero storico.