Legna e pellet, le regole e qualche consiglio

E' la scelta che molti italiani, complice l'impennata del prezzo del gas, compiono per riscaldare le loro case: l'Arpa invita ad essere attenti all'ambiente

L’ineguagliabile romanticismo del fuoco acceso e, in un’ottica pragmatica, la possibilità di avere una fonte di riscaldamento alternativa al gas, il cui prezzo è lievitato. È probabile che nella brutta stagione ormai alle porte molti scalderanno le loro case con la legna o il pellet, soprattutto se sono riusciti a “fare scorta” prima che anche questi combustibili facessero registrare cifre in forte crescita. Se è un bene (o quasi) per il portafogli, potrebbe non esserlo per l’ambiente: l’Arpa Piemonte ricorda che “tra i diversi combustibili utilizzati per il riscaldamento domestico, la legna risulta di gran lunga quello maggiormente inquinante per quanto riguarda il particolato PM10”. Non è tutto: “Il riscaldamento domestico tramite generatori di calore a biomassa” è regolato da alcune norme, che si inseriscono nel Piano straordinario per la qualità dell’aria, introdotto lo scorso anno in tutte le Regione del Bacino padano.

I “generatori di calore che si trovano nelle nostre case sono perlopiù quelli con potenza inferiore a 35 kW, ovvero caminetti (aperti e chiuse), stufe, cucine e caldaie. “La regolamentazione regionale – spiegano dall’Arpa piemontese - pone dei vincoli ad installazione e utilizzo dei generatori di calore a biomassa basati sulle classi di qualità, da due a cinque stelle, in funzione delle emissioni inquinanti specifiche e del rendimento”. In particolare, si applicano “il divieto, in tutti i comuni del territorio regionale, di installazioni di nuovi impianti di generatori di calore con potenza termica inferiore a 35 kW con classe emissiva inferiore alle 4 stelle” e “il divieto in tutti comuni appartenenti alle zone «Agglomerato di Torino», «Pianura» e «Collina», di utilizzo dei generatori di calore alimentati da biomassa legnosa con prestazioni emissive inferiori alle "tre stelle" (anche questo divieto interessa tutto il Fossanese). Se poi si sceglie il pellet, è in vigore l’obbligo di usarne un tipo che “sia certificato conforme alla classe A1 della norma Uni En Iso 17225-2”. Ovviamente, è prevista l’«esenzione dal divieto di utilizzo di tutte le unità immobiliari in cui il generatore di calore a biomassa di potenza inferiore a 35 kW sia l’unico sistema di riscaldamento presente».

Se, sulla base dei dati raccolti, si prevede un peggioramento della qualità dell’aria – e pertanto scattano le allerte “arancione” o “rossa” – si aggiunge il divieto, in via temporanea, di utilizzare “generatori di classe inferiore a 5 stelle”. Attraverso il sito web dell’Arpa Piemonte, è possibile verificare se nel proprio Comune è stata dichiarata, o meno, l’allerta per la qualità dell’aria.

Norme più complesse – per le quali rimandiamo ancora al sito web dell’Arpa Piemonte – riguardano i generatori la cui potenza superi i 35 kW. Per tutti i generatori, indipendentemente dalla potenza, valgono norme di buon senso, indipendentemente da ciò che prescrivono le autorità.  La prima regola per il buon funzionamento di un apparecchio di riscaldamento alimentato a biomasse è che l’installazione sia stata eseguita a regola d’arte; è importante anche la manutenzione periodica.

Infine, un vademecum – ancora da Arpa Piemonte – per la buona combustione della legna: è utile leggerlo, per quanto si possa presumere di sapere come far fuoco con la legna, dal momento che quest’ultima è un’«alleata» dell’uomo da tempo immemorabile. “Per ottenere una buona combustione – spiegano dall’ente – è importante utilizzare della legna che abbia un contenuto idrico inferiore al 20 %, valore ottimale per la combustione: un elevato contenuto idrico riduce il potere calorifico della legna e il rendimento del generatore, aumentando le emissioni in atmosfera. Grande attenzione deve essere posta anche alla ricarica della camera di combustione una volta che il fuoco sia stato acceso: bisognerà infatti evitare di mettere troppa legna e cercare di aggiungere i nuovi tronchetti sulle braci, avendo sempre cura di non riempire troppo la camera di combustione e, potendo, di separare tra di loro i tronchetti aggiunti, in modo da esporre al calore quanta più superficie possibile così da ottimizzare il processo di combustione. Nel ciclo di funzionamento dell’apparecchio le fasi di accensione e spegnimento sono quelle in cui si formano elevate quantità di inquinanti nei fumi, non essendo state ancora raggiunte le condizioni ottimali di combustione: nell’ottica di un utilizzo sistematico delle biomasse per il riscaldamento e la produzione dell’acqua sanitaria, andrebbero limitati il più possibile i transitori. Anche la dimensione dei tronchetti di legna da ardere andrebbe ridotta il più possibile, in modo da aumentare la superficie di contatto combustibile-comburente”.