L’impianto di biogas di Vottignasco modello virtuoso di cooperazione

Inaugurato nel 2013 è gestito da Egea in collaborazione con il Consorzio di allevatori

biogas vottignasco

Domenica 6 novembre a ricevere il Premio fedeltà al lavoro conferito dalla Camera di commercio di Cuneo c’era anche il vottignaschese Onorato Rosso. Già assessore all’Agricoltura durante l’Amministrazione Costamagna negli anni 2016-2019, è tra i fondatori nel 2011 del Consorzio allevatori (di cui è anche presidente) che conferiscono all’impianto di biogas i liquami prodotti dai suini delle loro aziende. L’impianto inaugurato nell’aprile del 2013, della potenza di un megawatt, resta l’unico esempio in Provincia e forse in tutto il Piemonte organizzato in cooperativa. È stato il primo impianto ad avvalersi del sistema di “strippaggio” a caldo per l’abbattimento dell’azoto consentendo agli allevatori di risolvere il problema dello smaltimento dei liquami in agricoltura. Il “digestato” da esso ottenuto, contenendo una quantità di azoto ridotta, viene valorizzato dagli stessi allevatori attraverso lo spandimento su terreni di loro proprietà. Processo che gli è valso all’impianto il primo premio nazionale di bioenergia conferito nel 2014 a Cremona per le “Migliori pratiche bioenergy” nella categoria degli Enti pubblici. Il merito sta nella filiera corta a km zero: l’approvvigionamento avviene in un raggio ristretto, così come lo smaltimento dei rifiuti, consentendo una piena valorizzazione della propria produzione (energia elettrica e digestato). Un progetto capace di fare sintesi di istanze differenti e potenzialmente anche divergenti: quelle degli allevatori, che puntano a rafforzare la loro attività, e quelle della collettività, legate all’esigenza di ridurre le esalazioni migliorando la qualità dell’aria. Un modello virtuoso di collaborazione territoriale tra soggetti pubblici e privati che si è tradotto in risultati tangibili ed efficaci.

Tre gli attori che hanno dato vita a questo progetto: l’Egea new energy, del gruppo Egea di Alba che ha realizzato e gestisce l’impianto; il Consorzio allevatori che riunisce oggi una trentina di aziende del territorio (Vottignasco, Villafalletto, Levaldigi, Cavallermaggiore, Marene, Genola e Scarnafigi) che conferiscono i liquami dei suini; l’Amministrazione comunale che riconosce il diritto di superficie del terreno all’Egea per 15 anni. “Grazie al processo di digestione e di strippaggio ammoniacale – spiega Onorato Rosso -, i terreni necessari allo spandimento sono notevolmente inferiori (circa il 60% in meno) rispetto a quelli utilizzati dagli agricoltori. Un processo virtuoso che accontenta tutti: allevatori e ambientalisti”.