“Sì chef! – La brigade” – “Il corsetto dell’imperatrice”

Si Chef - La Brigade

Sì, CHEF! - LA BRIGADE
di Louis-Julien Petit; con Audrey Lamy, François Cluzet, Chantal Neuwirth, Fatou Kaba, Yannick Kalombo, Francia, 2022, durata 105 minuti.

Cathy è una sous-chef del famoso ristorante di Lyna Deletto, cuoca celeberrima e star della televisione e dei reality di cucina. Il suo è un ruolo importante, di grande responsabilità, è la vice del capo. Di un capo però che non le lascia spazio alcuno e così dopo l’ennesima sgarbatezza dello chef Cathy, giunta ad un punto di saturazione, decide di lasciare il ristorante stellare di Lyna per tentare nuove avventure. Tutto avrebbe pensato Cathy, ma non che sarebbe diventata la cuoca di un ristorante in un centro per migranti.
Inizialmente poco convinta, Cathy a poco a poco verrà conquistata dalla giovanile sventatezza e ingenua bellezza dei ragazzi che a loro volta sapranno regalare al loro capo cuoco quell’amore, quella considerazione e quel rispetto che le erano sempre mancate.
Scritto e diretto da Louis-Julien Petit (che in passato aveva già firmato “Le invisibili” sul tema della disobbedienza civile), “Sì chef!” è una simpatica e graffiante commedia sociale che trova i suoi punti di forza nella coppia Cathy/Audrey Lamy e Lorenzo /François Cluzet, cuoca lei, supervisore del centro per migranti lui, e nell’allegra brigata dei ragazzi del titolo, ma anche in una sceneggiatura che riesce a restare in equilibrio tra dramma e commedia, che fa riflettere senza rinunciare a farci sorridere. Il tema della migrazione e di una società multietnica è affrontato senza retorica ma anche senza infingimenti, in una commedia che coniuga in modo intelligente humor e militanza civile. Da vedere.

Il Corsetto Dell Imperatrice
IL CORSETTO DELL’IMPERATRICE
di Marie Kreutzer; con Vicky Krieps, Florian Teichtmeister, Katharina Lorenz, Jeanne Werner, Alma Hasun, Austria, Francia, Germania, Lussemburgo, 2022, durata 105 minuti.

Al compimento dei suoi quarant’anni Elisabetta, imperatrice d’Austria, viene colta da un moto di insoddisfazione. Quarant’anni per una donna di fine ‘800 erano comunque uno spartiacque e Sissi, questa era l’affettuoso nomignolo che le era stato assegnato, si sente infelice. Il marito, l’imperatore Francesco Giuseppe è un uomo distratto e sostanzialmente arido, poco disposto a concedere alla bella imperatrice quelle attenzioni che meriterebbe. Anche Sissi però è egocentrica quanto basta, tesa a concentrare su di sé gli sguardi di tutti e poiché ciò non avviene nella misura desiderata, ecco gli svenimenti improvvisi durante le sfilate ufficiali o i balli di gala, i flirt fugaci a corte o i pensieri di suicidio. Elisabetta si sente soffocare come imperatrice e come donna e il corsetto diviene la metafora perfetta di un indumento oppressivo e costrittivo quanto e come la società del tempo nei confronti del mondo femminile.
Il film che Marie Kreutzer dedica ad Elisabetta d’Austria è molto lontano dalla edulcorata immagine dell’imperatrice interpretata da Romy Schneider tra il 1955 e il ’57 nella serie di film che lanciarono l’attrice austriaca nello star system del tempo (“La principessa Sissi”, “Sissi, la giovane imperatrice”, “Destino di un’imperatrice”), Vicky Krieps dà al personaggio Sissi gli abiti di una ribelle ante litteram (precorrendo un po’ troppo i tempi e dunque con qualche inevitabile incongruenza storica), dando volto e sostanza ad una ribellione che è sociale ma anche politica da parte di una donna disincantata e in cerca di un suo ruolo nel mondo. Lei, regina e moglie insoddisfatta, stanca di un marito e di una corte che rappresentano un vincolo continuo alla sua sete di libertà, cercherà con ostinazione la sua via, anche se, intelligentemente, Marie Kreutzer non rinuncia a tratteggiare i lati scomodi dell’imperatrice, il suo narcisismo ed anche la crudeltà che manifesta con chi le è vicino, senza riguardi per il ruolo o per il sesso.