Una grande affluenza di pubblico ha animato via Dante accorsa per l’inaugurazione, che si è tenuta nel pomeriggio di sabato 1° aprile, della libreria “Cuore d’inchiostro” di Giorgia Operti, trinitese di nascita ma fossanese di adozione.
Dopo il taglio del nastro alla presenza del sindaco Dario Tallone, dell’assessore alla Cultura Ivana Tolardo e del presidente del Consiglio comunale Simona Giaccardi, e la foto di rito con le ex colleghe di Stella Maris, Giorgia ha aperto le porte della libreria con un ricco aperitivo di benvenuto.
Lo spazio, luminoso e accogliente, è stato studiato per ospitare la zona bimbi, con albi illustrati e giochi didattici; un’area relax per adulti; il reparto cartoleria/cancelleria con l’esclusiva su Fossano del marchio Legami; quello di oggettistica dove sarà anche possibile personalizzare l’articolo scelto, e non ultimo la parte dedicata all’esposizione delle novità e dei classici, con una piccola cassettiera contenente i “desideri di carta” dei lettori.
Abbiamo incontrato Giorgia, vulcanica trentaquattrenne con un diploma in grafica pubblicitaria, un interesse forte per l’archeologia e alle spalle svariati lavori tra cui l’esperienza settennale immersa nei libri, e con lei abbiamo fatto una piacevole chiacchierata.
Da parte tua un grande coraggio aprire una libreria…
Sì, era il mio sogno nel cassetto fin da piccola e oggi non mi pare possibile averlo realizzato.
La passione per i libri da dove arriva?
Da mia mamma, lettrice compulsiva. A 13 anni mi ha consigliato “Sarum” di Edward Rutherfurd (una saga familiare) che, nonostante le 1.300 pagine, ho divorato in pochissimo tempo.
I tuoi generi preferiti?
I romanzi storici, gotici, fantasy e i saggi.
Da piccola c’era qualcuno che leggeva per te?
Mio papà; leggeva e inventava tantissime storie e io mi divertivo a disegnare. Inventiva, estro e manualità non gli sono mai mancati; l’allestimento della libreria lo devo a lui; la parte elettrica a mio fratello.
E tu cosa leggevi?
Ero affascinata da un personaggio della collana “Battello a vapore” di nome Inkiostric; un mostriciattolo che occupava spazi altrui. E poi “Canto di Natale” di Dickens e “Barbablù” di Perrault. Insomma... già si poteva intuire dove sarei finita con la lettura.
Il libro che hai più amato?
“I pilastri della terra” di Ken Follett.
Che rapporto hai con i libri?
Di affezione/amore, che sfiora la gelosia.
Quanto leggi?
Appena posso. Non esco di casa senza un libro in borsa.
Hai altre passioni?
Il disegno a pastello e a olio. Lettura e disegno mi fanno stare bene: evado creando mondi paralleli.
Perché Cuore d’inchiostro?
Prende il nome dalla trilogia di Cornelia Funke da cui è stato tratto il film “Inkheart”, girato anche a Entracque luogo di villeggiatura della mia infanzia. È un fantasy dove i personaggi dei libri prendono vita grazie a lettori, le cosiddette lingue di fata, che hanno poteri speciali. Sono sempre stata affascinata dall’idea di creare qualcosa con le capacità e i talenti che si hanno.
C’è altro legato al nome?
Ogni nome credo abbia la sua poetica, un suono particolare e questo per me ce l’ha. Richiama il cuore la parte più intima di noi e l’inchiostro mezzo attraverso cui la parola prende corpo.
Come intendi la tua libreria?
Un luogo inclusivo, libero da pregiudizi, dove tutti sono i benvenuti. Il cliente deve sentirsi accolto e per questo intendo offrire un ascolto attivo per andargli incontro nel migliore dei modi.
Apprezzo la zona relax con poltrona e faretto…
Ho preso ispirazione da una piccola libreria londinese. È un invito a sedersi, a coccolarsi godendosi il libro, per scegliere con cura quello che si porterà a casa.
Nella selezione dei libri come hai proceduto?
Ho dovuto fare i conti con lo spazio, puntando sulla qualità. Ho scelto con cura i testi anche in base ai gusti personali, ma soprattutto a quelli dei potenziali lettori. Saranno loro a darmi il giusto riscontro.
Tre libri che consiglieresti: uno per i più piccoli, uno per bambini/ragazzi, uno per adulti.
In ordine “Il ladro di foglie” di Alice Hemming; “The Gimme Five Company, la profezia” di Cristina Operti e “Longbourn House” di Jo Baker.
Organizzerai presentazioni o eventi similari?
L’intenzione è di collaborare con altre realtà per poter anche offrire questo servizio.
Qualche ringraziamento?
Ai miei genitori Riccardo ed Eliana, a mio fratello Stefano e a mia cognata Valentina, alla mia amica grafica Francesca e al mio compagno Marco.
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Il servizio su la Fedeltà di mercoledì 5 aprile.