Ghisolfi fa il bis: confermato consigliere del Cnel

È il consigliere designato dall’Abi per occupare l’unico posto riservato all’Associazione bancaria italiana ed è l’unico cuneese: Beppe Ghisolfi, cerverese ed ex presidente della Cassa di risparmio di Fossano, è stato riconfermato componente del Cnel. Venerdì 22 settembre Ghisolfi sarà alla cerimonia di insediamento, dove è prevista anche la presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Per Ghisolfi questo incarico è una riconferma: è infatti entrato già nel 2019 nel Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, l’organo di rilievo costituzionale previsto dalla Costituzione italiana che ha funzione consultiva rispetto al Governo, alle Camere e alle Regioni. Ha potere di iniziativa legislativa e ha facoltà di contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale.

Della squadra presieduta da Renato Brunetta (nominato lo scorso aprile) fanno parte 64 consiglieri. Di questi, 10 sono esponenti della cultura economica, sociale e giuridica: otto sono nominati dal presidente della Repubblica e due sono proposti dal presidente del Consiglio dei ministri, mentre 48 sono in rappresentanza delle categorie produttive. Di questi fa parte il “nostro” Ghisolfi, attualmente consigliere dell’Istituto mondiale Casse di risparmio Wsbi e presidente della “Cuniberti & Partners”, società di intermediazione immobiliare. Nel Cnel ci sono infine 6 rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato: 3 sono designati dall’Osservatorio nazionale dell’associazionismo, 3 dall’Osservatorio nazionale per il volontariato.

Nel corso degli anni, il Cnel ha visto rafforzate le proprie competenze come banca dati dinamica dei contratti collettivi nazionali di lavoro e come centro di elaborazione e di emanazione di pareri e proposte sui temi dell’occupazione e delle condizioni lavorative e salariali. In quest’ultima ottica si colloca l’incarico che, prima della pausa d’agosto, la premier Giorgia Meloni ha affidato al Cnel per la formulazione di una soluzione socialmente condivisa in tema di salario minimo e di contrasto al duplice fenomeno del lavoro povero e delle basse qualificazioni professionali che affliggono alcuni segmenti dell’economia e dell’occupazione del Paese.