Quaresima di fraternità: cinque proposte di cura, sostegno e misericordia

Scelte e proposte a tutte le parrocchie dall’Ufficio Missionario della diocesi

Quaresima Di Fraternità 2024

“Misericordia io voglio e non sacrificio” è la frase che traccia le coordinate bibliche della Quaresima di fraternità 2024. Un cammino di conversione che si concretizza in alcuni progetti di solidarietà proposti dall’Ufficio Missionario diocesano e che aiutano i credenti a coinvolgersi personalmente.

Si tratta di cinque proposte a sostegno di altrettanti interventi a favore dei migranti a Gibuti (nel Corno d’Africa, sul Mar Rosso, con la Caritas di Piemonte), della popolazione di Haiti (con padre Massimiliano Miraglio, missionario camilliano), del progetto di formazione teologico-pastorale nella Prelatura di Sao Felix De Araguaia in Brasile (dove operano sacerdoti “fidei donum” diocesani), della giovane chiesa di Ulaan-Baatar in Mongolia (con Giorgio Marengo, cardinale della Consolata), di donne e bambini a Fouta Djallon in Guinea (con l’associazione Lvia di Cuneo). Li presenteremo uno ad uno durante le settimane di Quaresima.

«Appare quasi fuor di luogo o un controsenso ricordare questa parola del profeta Osea e ripresa da Gesù (Mt. 9,3) in questo anno di preparazione al Giubileo del 2025 che per volontà di papa Francesco deve essere una grande “sinfonia” di preghiera» scrive don Mariano Riba, responsabile dell’Ufficio Missionario diocesano, nell’introduzione al libretto che illustra i cinque progetti.

«Nel nostro inconscio ci sembra naturale associare “i sacrifici” alla preghiera - prosegue -. Il sacrificio ci richiama l’atto esteriore con cui il pio israelita esprimeva il suo rapporto con Jahvè, la sua fedeltà all’Alleanza, la sua dipendenza dal Creatore di tutte le cose. Del resto, quando è stato abolito il sacrificio cruento è rimasta la preghiera come modo di vivere la relazione con Dio e questo vale per l’israelita, come per tutti i fedeli in tutte le religioni “sacrificali”.

Ma Gesù aveva già abolito il sacrificio, già ci aveva richiamato che è la preghiera il luogo in cui il credente esprime e rende credibile la filialità con Dio, che la preghiera è quella voce del cuore e dell’anima che si traduce nella solidarietà e nella condivisione del pane quotidiano. Per questo “la misericordia” dà forma, verità e visibilità alla preghiera del cristiano. Se nei Vangeli c’è un dato testuale chiaro e ineludibile è che quando Gesù pronuncia la parola “sacrificio”, lo fa per escluderlo, invitando chi lo segue e chi assume come propria la volontà sua e di Dio Padre a scegliere non il sacrificio, ma la misericordia. Dio non viene a noi quando alziamo le mani per offrirgli qualcosa in sacrificio, ma quando ci rimbocchiamo le maniche e abbassiamo le mani per servire i nostri fratelli e le nostre sorelle. Già il profeta Osea si rivolgeva ad Israele e lo rimproverava perché le preghiere che innalzava erano parole vuote e incoerenti, una “religiosità di facciata”. La misericordia traduce la nostra fede in atti concreti e quotidiani, ci guida a vedere nel povero “la carne di Cristo che diventa visibile - dice papa Francesco – come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga… per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura”.

La Quaresima può diventare allora un cammino che parte dal cuore per arrivare alle mani - conclude don Mariano Riba - e la nostra preghiera si fa misericordia, azione, cura dell’altro, del suo bisogno, della sua sofferenza. Viviamo un intenso tempo di preghiera, aprendo il cuore a ricevere i doni di Dio, a fare del Padre nostro il programma di vita di ogni discepolo: “Dà a noi e, attraverso di noi, ad ogni fratello e sorella il pane di ogni giorno”».

Per sostenere questi progetti di solidarietà per la Quaresima, si può utilizzare l’IBAN IT61J0306909606100000006002, intestato alla Diocesi di Cuneo-Fossano, segnalando nella causale “Quaresima di fraternità 2024”.