Siria, la lenta agonia di Aleppo

L'agonia della città siriana di Aleppo nelle parole del parroco latino di san Francesco, padre Ibrahim Alsabagh. La foto del piccolo Omran Daqneesh, il bambino di cinque anni colpito insieme ad altri piccoli nel quartiere Qaterji, da un bombardamento aereo, è l'immagine nitida dell'orrore di una guerra che nessuno vuole o può fermare. L'atto di accusa contro " i commercianti della guerra" e "gli arricchiti della guerra, che giocano sulla testa dei poveri". "Più che gli edifici e le strutture - dice il parroco - qui si sta distruggendo l’uomo”

“Una lenta agonia. La situazione è disastrosa”. Le parole di padre Ibrahim Alsabagh, francescano e parroco della cattedrale latina di san Francesco, ad Aleppo, città martire siriana, sembrano contemplare sia lo sguardo frastornato del piccolo Omran Daqneesh, il bambino di cinque anni colpito insieme ad altri piccoli nel quartiere Qaterji, da un bombardamento aereo, le cui foto hanno fatto il giro del mondo, sia la disperazione di una popolazione oramai allo stremo delle forze. Tutto l’orrore di una guerra in una foto. Nella mente del religioso francescano sono tanti i piccoli e i grandi Omran che ancora vivono ad Aleppo dove c’è da fare i conti con una violenza mai vista. “Sono 5 anni, ormai, che siamo sottoposti a continue ondate di violenza – spiega al Sir il francescano – dopo ogni ondata il popolo riprendeva fiato e speranza in un futuro migliore di pace, di convivenza. Per poi ricadere nello sconforto. Ma nell’ultimo periodo, a causa degli scontri tra esercito regolare e milizie armate, stiamo subendo un’ondata di morte, la peggiore mai vista.

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