La “buona pittura” di Tanchi Michelotti a Mondovì Piazza

Fino al 21 agosto all'interno della 48ª Mostra dell'Artigianato Artistico di Mondovì.

 

Tra le "mostre nella mostra" della 48° Mostra dell'Artigianato Artistico di Mondovì dal 12 al 21 agosto è decisamente da visitare all'antico palazzo di città a Piazza la mostra allestita per presentare, dal 12 al 21 agosto, le opere realizzate dal bravissimo artista Tanchi Michelotti negli ultimi tre anni e che, con il tiolo "All'essenza delle cose", sono raccolte in una cinquantina di tele di grandissimo impatto come soltanto le opere di questo artista cebano ti sanno dare.

Lo presenta nel simpatico catalogo predisposto per la mostra il critico e poeta Remigio Bertolino, un amico che conosco da tempo sempre parco di elogi ma profondo ed incisivo nelle sue valutazioni; a proposito di questa mostra egli, dopo aver sottolineato che la rassegna consente "un affascinante percorso che si snoda nei meandri delle principali tematiche" dell'opera di Tanchi, soggiunge che "nella sua infaticabile ricerca di temi e di nuove forme, ha saputo impersonare al meglio la figura dell'artista lontano dalle mode effimere, da "milieu" altisonanti ma vuoti di contenuto.

In solitudine, nel silenzio del suo studio, Tanchi cerca di dar forma a quell'impalpabile bellezza che è quella dei sogni, delle improvvise epifanie, dei bagliori memoriali".

Sono affermazioni che sottoscrivo, condivido e faccio mie non soltanto per la ormai lunga frequentazione delle mostre in cui Tanchi ci ha presentato i suoi lavori ma sopratutto dopo aver visitato a Piazza questa mostra che nobilita e segna con una validità indelebile tutta l'iniziativa agostana della vicina Mondovì.

E' vero quanto Bertolino sottolinea nel suo testo acuto e stimolante e cioè che "la pittura di Tanchi è sempre fedele ad una figurazione moderna che tende all'astrazione delle forme" ma quello che mi piace sottolineare di questa rassegna sono le assolute "novità" del formato utilizzato (mai di troppo ampia dimensione), la proposta di alcune "piccole dimensioni" nella stessa opera (una sorta di trittico a formare un'opera unica),

la serialità (nella sostanziale differenziazione) delle immagini suggerite dai "velieri" (una tematica cara all'artista).

Questo gruppo numeroso (sono sette se ho contato bene) ricordano anche a me i " bateaux" di Ego Bianchi ma in tutt'altra chiave: quelli surreali ed onirici. Quelli di Tanchi invece (non per nulla li chiama "velieri") leggeri ed aerei, come se dovessero improvvisamente alzarsi in volo verso l'infinito, raffigurati dall'artista con grande libertà, in un susseguirsi ti pochi tratti nervosi e sicuri nella essenzialità della loro rappresentazione.

Altra presenza abbastanza insolita quella di alcuni lavori (quattro mi sembra) dedicati alla figura femminile resa con essenzialità di tratti, senza alcuna concessione alla moda tradizionalmente imperante

nella rappresentazione di questa tematica e che peraltro ricorda quell'altro tema de "L'uomo trafitto" già mostrato anche nella mostra fossanese dello scorso anno e fatto oggetto di un ragionamento a due voci nel contesto di una serata di "Mezz'ora di bellezza" nella sala mostre al Museo diocesano del giugno scorso.

Le tematiche di Tanchi Michelotti testimoniano dell'apertura estetica e morale con cui osservare la realtà vicino a noi, la più marginale e quotidiana,affidandosi ad uno stile aliene alle piacevolezze dell'iconografia ufficiale.

Così la sua pittura, ne sono una esemplare dimostrazione i suoi mazzi di fiori ed i suoi boschi, si presenta a volta come arabesco vagamente neo-liberty e ce lo mostra come inconsapevole antesignano di certe soluzioni che (dopo di lui) saranno caratteristiche di qualcuno tra i protagonisti di quell'eterogeneo gruppo che formerà, più tardi, la "transavanguardia" (in questo senso mi ricorda un "momento" del percorso di Francesco Clemente).  Ma il percorso di Tanchi ha altra cifra ed altra ispirazione che ben si innesta ed evolve dalle sue prime esperienze giovanili nel fermento fecondo della stagione torinese.

Ogni rassegna di Tanchi (questa monregalese ne è chiara dimostrazione) è sempre nuova occasione di stimolo per un riflessione sulla sua espressività e sul suo percorso di ricerca che soltanto un artista come lui che, l'ha scritto un tempo lui stesso, si dedica alla pittura "con lo zelo del dilettante e la libertà dell'autodidatta"  può di volta in volta proporre.

Da sempre, come dice ancora bene Remigio Bertolino, Tanchi "traccia un originale slco nell'arte della Provincia Granda, evidenziato da un profondo sentire moderno, lontano dalle bolse tematiche di strapaese, dai logori stereotipi di una pittura banale" che si appoggia a schematismi magari illustri ma male interpretati.

 

 

 

 

Tanchi Michelotti opera "Velieri e sole rosso" opera in mostra a Mondovì