Nel 2018 meno morti sulle strade della Granda

"Ma permangono tante cattive abitudini al volante" - Tra le vittime, molti pedoni, motociclisti e ciclisti

Meno morti sulle strade della Granda. È un obiettivo a cui si lavora tuttora, ma è anche un dato di fatto già in parte raggiunto.

Come ogni anno, all’inizio di questo 2019 l’Ufficio stampa della provincia di Cuneo ha presentato i “numeri” degli incidenti mortali che si sono verificati nei dodici mesi precedenti. E si può tirare un piccolo sospiro di sollievo: “Il 2018 si chiude con 44 morti sulle strade cuneesi: un dato ancora molto pesante, ma migliore dell’anno precedente con un calo di 15 unità  rispetto ai 59 decessi verificatisi nel 2017”, si legge nella nota diffusa dall’Ufficio stampa che ipotizza, come fattori grazie ai quali è stato ottenuto questo risultato, “maggiori controlli sulle strade, limiti di velocità, autovelox, più consapevolezza del pericolo e forse più prudenza”. 

Di anno in anno, l’Ufficio stampa della Provincia crea le statistiche sugli incidenti mortali consultando i media locali, che nelle loro pagine di cronaca danno notizia di questi eventi (una fonte non “ufficiale”, ma generalmente affidabile). “Grazie alle fonti giornalistiche - spiegano dall’Ufficio stampa - possiamo capire l’andamento statistico del fenomeno. I dati sugli incidenti stradali sono molto altalenanti, ma indicano una linea stabile. Negli ultimi dieci anni si è scesi soltanto una volta sotto la soglia dei 40 morti all’anno (nel 2016 con 33 morti). Di norma il calcolo dei decessi si aggira intorno ai 50 all’anno: nel 2015 55 morti, nel 2014 42, nel 2013 48, nel 2012 51, nel 2011 51, nel 2010 68, nel 2009 57. Niente a che vedere con la situazione di vent’anni fa, come nel 1998 quando i morti registrati in provincia di Cuneo furono 138 in un solo anno. Poi si cominciò a scendere: 125 morti nel 1999, 122 nel 2000, 115 nel 2001, 116 nel 2002, 116 nel 2003, 105 nel 2004,  83 nel 2005, 71 nel 2006, 78 nel 2007, 72 nel 2008. Da allora ad oggi sono morti sulle strade cuneesi quasi 1.600 persone, senza contare i feriti e i disabili permanenti”.

Proprio per questo, “l’allarme sulla sicurezza stradale resta alto”. Da ricordare, poi, come nel 2018 ben 20 decessi sulle strade della Granda sono da ricondurre a pedoni (8), motociclisti (7) e ciclisti (5): rappresentano quasi la metà del totale. E, infine, bisogna considerare come - dato almeno all’apparenza curioso - la maggior parte degli incidenti mortali del Cuneese avviene in primavera e in estate, mentre si assiste ad una diminuzione durante l’inverno, nonostante la presenza di neve e ghiaccio.

“Il bilancio degli incidenti mortali - conclude l’Ufficio stampa - è lo specchio delle cattive abitudini di chi si mette al volante. Eccesso di velocità, guida in stato di ebbrezza, uso di droghe e distrazioni causate dall’uso dei cellulari sono fenomeni talmente diffusi da poter essere considerati come una vera e propria emergenza. Come concausa per le morti sulle strade della Granda, c’è anche da considerare l’estensione geografica del territorio e l’assenza di grandi infrastrutture autostradali che obbliga al ricorso alla normale viabilità per gli spostamenti tra i tanti piccoli centri dovuti a motivi di  lavoro, salute, istruzione e divertimento”.