“All’uscita dal tempio, sulla strada tra la gente”

Un percorso avviato dall’Azione cattolica insieme ai laici impegnati in politica

“All’uscita dal tempio: sulla strada, tra la gente” è il titolo di un documento della delegazione regionale dell’Azione Cattolica  elaborato dal Silvio Crudo e Piero Reggio a conclusione della prima fase di un lavoro molto  approfondito sul rapporto tra fede e politica. 

Un approccio esperienziale, che parte dalla conoscenza della realtà, attraverso incontri sul territorio con chi quotidianamente si “sporca le mani” con la politica. Un ascolto vero, senza tesi precostituite, che mette in conto la disponibilità a cambiare il progetto da cui si era partiti (come infatti è stato).

Un lavoro che ha fatto emergere la “fame” di momenti e luoghi di confronto per chi svolge attività politica, non tanto sul “cosa” della politica (i temi più delicati del dibattito pubblico) ma sul “come”: i problemi che la prassi della politica pone a chi proviene da una formazione religiosa: contraddizioni, dilemmi, problemi di coscienza e di equilibrio personale. 

La delegazione regionale dell’Azione Cattolica si è fatta interpellare da tutto questo. “Sciogliere i dubbi e rispondere alle domande che sono state poste non è semplice - scrivevano nel febbraio scorso Silvio Crudo e Pietro Reggio in una nota elaborata dopo i primi incontri con una quarantina di persone impegnate in politica -. Ciò che si prefigura è un percorso da intraprendere”.

Ora il percorso è stato avviato (sabato si terrà un “ritiro” (scheda a lato). Per capirne di più abbiamo incontrato Silvio Crudo. 

Com’è nato questo progetto?

È nato dall’esigenza di mettere a tema, all’interno del percorso formativo dei giovani,  la questione delle implicazioni che la fede ha rispetto alla responsabilità sociale.

Come vi siete mossi?

Inizialmente abbiamo cercato le persone che in qualche modo avevano avuto un rapporto con l’associazione, chiedendo loro una collaborazione. Abbiamo incontrato amministratori locali e assessori regionali oltre a persone impegnate nei partiti. Gli incontri si sono svolti a Cuneo,  Mondovì, Vercelli, Novara e Torino.

Cosa è emerso da questi incontri?

Il fatto interessante è che queste persone, anziché darci delle risposte, ci hanno posto delle domande; noi li abbiamo incontrati per porre la questione della formazione dei giovani alla responsabilità sociale e politica; essi ci hanno messi di fronte alle problematiche che vive chi è impegnato in politica.

A questo punto avete modificato l’approccio iniziale. 

Sì. Abbiamo riordinato le domande emerse nei diversi incontri in una sintesi preliminare “Guardando il mondo dalla porta della canonica” utilizzato per successivi incontri di approfondimento con le stesse persone precedentemente incontrate e con altre persone; cercando di ricavare ulteriori elementi. 

Da tutto questo lavoro è scaturito un documento. Un tempo questi documenti si facevano per “dettare la linea”. Voi che obiettivo vi siete dati?

Il documento (“All’uscita dal tempio: sulla strada, tra la gente” ) contiene un richiamo all’associazione,  una comunicazione per i nostri vescovi e le Chiese piemontese e valdostana e una riflessione rivolta in particolare a chi svolge attività politica. In questa abbiamo evidenziato in particolare tre questioni: la rappresentanza. Secondo noi difficilmente ci può essere politica buona senza la presenza di luoghi (adeguati) di rappresentanza. Ipotizzare di ridurre la partecipazione a un “like” non solo è illusorio, ma è pericoloso per il futuro stesso della nostra democrazia. In secondo luogo  la dialettica fra amministrazione locale e i livelli più alti. Infine il tema del discernimento, della dialettica, cioè, tra azione politica e valori. È  un documento che mettiamo a disposizione di tutti

Azione politica e valori. Su questo tema, dicevi, le persone che avete incontrato hanno posto precise domande all’Azione cattolica. Il documento risponde a queste domande?

 Ci siamo convinti che non si possa dare una risposta esaustiva a ogni singola domanda: queste risposte le deve trovare il singolo valutando di volta in volta la concreta situazione in cui si trova ad agire e le varie contingenze. Noi però possiamo offrire dei luoghi in cui chi svolge attività politica, se vuole, può confrontarsi con altri circa il rapporto che deve intercorrere tra le scelte che compie e i valori che ha posto alla base della propria attività politica. In tutto questo, come già tante volte in passato, il compito dell’Azione cattolica è quello di offrire queste “occasioni di discernimento”. 

L’incontro di sabato 28 gennaio a Torino rientra in questo progetto?

Sì. Si tratta di una sorta di “ritiro”  a cui abbiamo invitato un sacerdote di Novara, docente di teologia morale, che ha fatto una scelta eremitica. Il ritiro sarà centrato su una parte dell’«Evangelii Gaudium»,  quella che riguarda più espressamente la politica. Seguirà una riflessione individuale; la giornata si concluderà con la condivisione di pensieri, dubbi e domande. Ai partecipanti verrà consegnato un libretto sulla spiritualità laicale, scritto da scritto da mons. Mansueto Bianchi, l’assistente generale dell’Ac recentemente scomparso.