Vaccini antinfluenzali: la Regione minaccia le vie legali contro la ditta Sanofi

Cirio: "La ditta non ha rispettato il cronoprogramma delle forniture. Ecco il motivo dei ritardi"

Vaccino
Foto ANSA/SIR

Qualcosa nella distribuzione dei vaccini antinfluenzali non sta andando come previsto. Arrivano con il contagocce e i medici di medicina generale sono costretti a interrompere le sedute programmate con i cittadini. Anche la Regione Piemonte, dopo qualche settimana passata a negare il problema, si allinea alla realtà. E lo fa alzando la voce contro quello che, alla fine, individua come il responsabile dei ritardi: la ditta Sanofi a cui aveva affidato a maggio, con gara, la consegna di 1 milione 320 mila dosi, ovvero quanto necessario per una copertura ottimale dei soggetti fragili. Senonché la Sanofi, dopo una prima fornitura di 400 mila dosi, ha cominciato a ridurre i quantitativi, causa problemi di approvvigionamento legati alla pandemia. E sono iniziati i problemi sui territori.

Il presidente Cirio ne ha parlato oggi pomeriggio in conferenza stampa, puntando il dito contro il fornitore. "Non siamo disposti a tollerare inadempienze contrattuali - ha detto - quando è in gioco la salute dei cittadini e ricorreremo a tutti gli strumenti legali a nostra disposizione per garantire a coloro che ne hanno diritto il vaccino contro l’influenza”.

“A maggio - ha continuato Cirio - l’Assessorato alla Sanità ha sottoscritto un contratto che ci assicurava un numero di dosi capace di garantire l’immunizzazione, considerata ottimale dal ministero della Salute, di oltre il 94% della popolazione a rischio. Finora, però, ci sono state consegnate solo 900 mila dosi e senza rispettare il cronoprogramma delle forniture, creando situazioni di tensioni tra farmacisti, medici e pazienti, mentre la responsabilità è solo della ditta che non sta mantenendo gli impegni assunti”.

La questione è stata posta all’attenzione del coordinatore dell’area giuridico-amministrativa dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, che ha individuato diverse strade da percorrere: “Oltre alla diffida, c’è la possibilità dell’acquisto in danno: la Regione si rivolge ad un’altra ditta per l’acquisto e i costi, anche se superiori, se li accolla la Sanofi. Ma data la penuria di vaccini sul mercato internazionale, potrebbe essere difficile trovare un’azienda presso cui comperare le dosi mancanti. C’è poi l’azione civile di risarcimento danni e quella penale, la più immediata, perché ci troviamo di fronte a un reato previsto dall’articolo 355 del codice penale, che punisce gli inadempimenti di contratti di pubbliche forniture”.

“Il ritardo nella consegna dei vaccini antinfluenzali non è responsabilità né dei medici di famiglia, né delle farmacie e tantomeno della Regione Piemonte - ha sottolineato Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte -. Siamo perfettamente consapevoli della criticità della situazione e, per questo, siamo disponibili, anche a mettere nuovamente a disposizione della Regione Piemonte, come ci è stato richiesto, le 16.000 dosi di vaccino che ci erano state destinate straordinariamente, in base all’accordo Stato-Regioni, per la vendita in farmacia sul libero mercato a soggetti non a rischio, affinché possano essere garantite in questo momento alle fasce più a rischio della popolazione che devono essere vaccinate dal servizio sanitario pubblico”.

È importante in ogni caso non farsi prendere dall’ansia, come ha ricordato Giovanni Di Perri, infettivologo e responsabile Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino: “Manca più di un mese prima di arrivare al picco influenzale e il vaccino inizia ad avere effetto già dopo 10-15 giorni”.