Una consultazione “dal basso” per il “nuovo” ministero del catechista

Dopo la lettera apostolica "Antiquum ministerium" di Papa Francesco

CATECHISMO
(foto Sir)

Con la lettera apostolica in forma di Motu proprio "Antiquum ministerium" che istituisce in maniera ufficiale il ministero del catechista, Papa Francesco dà inizio ad un processo. Ora tocca alle Conferenze episcopali nazionali il compito di definire i criteri e l’iter formativo di questo “ministero laicale”.
La Cei ha già previsto di lanciare un percorso che tenga conto delle “buone pratiche, già presenti nelle Chiese locali, testimonianza diretta della ricchezza del nostro vissuto ecclesiale”, spiega mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale e sottosegretario della Cei, in un’intervista ad Avvenire il 13 maggio scorso. “In realtà – aggiunge – possiamo dire che il cammino è già iniziato grazie al Motu proprio dello scorso gennaio che estende alle donne i ministeri del lettorato e dell’accolitato. L’ultimo e più recente documento del Pontefice accresce ulteriormente la riflessione sulla Chiesa ministeriale”.

Dunque, la Chiesa italiana avvierà una consultazione “dal basso”, coinvolgendo i vari organi e le diocesi, per declinare nel concreto il ministero di catechista. “Servirà un tempo congruo - sottolinea - per giungere a decisioni che siano il più possibile condivise, ragionate, pregate e che quindi permettano un autentico discernimento su questa figura. Del resto, l’Italia può contare su migliaia di catechisti che svolgono il loro servizio in maniera generosa e gratuita e che sono lo specchio della vivacità delle nostre comunità. “Il Motu proprio - prosegue Bulgarelli - intende valorizzare ancora di più la ‘missione’ dei laici battezzati che annunciano il Vangelo fra le pieghe della storia. Non spetta solo ai sacerdoti o ai religiosi evangelizzare. In forza del battesimo, è vocazione di ciascuno portare la Parola nel quotidiano”.
Il riconoscimento e la piena espressione della dignità laicale che discende dal battesimo richiederanno dunque un attento discernimento di quanto già esiste a livello di esperienze catechistiche. Anche alla luce della pandemia che ha impresso una forte accelerazione rendendo evidenti cambiamenti già presenti sottotraccia e che ha spinto a cercare nuove strade. Certamente - come scritto nel Motu proprio - occorre analizzare i vari percorsi per verificare se siano utili alle comunità cristiane. Soprattutto, ci auguriamo che le parole del Papa contenute in questo documento (e riprese in varie altre occasioni in contesti diversi), spingano la catechesi parrocchiale a cambiare, a percorrere strade nuove, sia nelle metodologie sia negli strumenti, senza paura di sbagliare. Con coraggio e creatività.