L’amore che va oltre…

Facciamo fatica a pensare alla morte. Nonostante non ci manchino i “promemoria” attorno a noi. Spesso sono strazianti, a volte violenti. Sempre comunque dolorosi. E allora quasi per esorcizzare quel dolore, tentiamo di eliminare la morte dalla nostra vita. Facciamo fatica anche a nominarla. Cerchiamo altre parole per definirla, come per ridimensionarla, attenuarne la portata, forse tentare di eluderla. E poi, in un mondo che ci vuole giovani per sempre, sempre attivi, sempre al top, non c’è spazio per la morte. Non ci deve essere. E così, l’abbiamo cancellata. Ma la morte c’è. Nei prossimi giorni molti di noi faranno una visita al cimitero. Che è certamente luogo di morte, ma per chi crede è anche luogo di speranza. Per chi crede il cimitero non è la fine. La morte non è la fine. E anche la cura delle tombe dei nostri cari, pur sapendo che loro sono ormai altrove, può diventare un momento importante. Da un lato un bagno di realtà: “la morte esiste, non possiamo fare finta di nulla”. Dall’altro un piccolo assaggio di eternità, attraverso il ricordo. La memoria dei nostri cari è qualcosa che resta, è il loro amore che resta, trasformato in ricordo. La resurrezione è forse proprio questo. L’amore che va oltre. Che diventa pieno. Compiuto. E allora possiamo ritornare – non che sia semplice – a inserire la morte nella nostra vita. Questo non renderà meno doloroso il distacco, ma gli dà una prospettiva diversa.