Mary Bertola, parrucchiera per vocazione

STORIE ARTIGIANE - Aprì il suo primo negozio nel 1965. “Ho sempre avuto una bellissima clientela”

Mary Bertola parrucchiera
Foto Costanza Bono

La scintilla tra Maria Bertola, per tutti Mary, e il mestiere di parrucchiera è scoccata grazie a una zia, che aveva aperto un’attività in via Ancina. Fu amore a prima vista. Mary, ragazzina, respirò l’atmosfera del negozio. E fu così che decise di diventare parrucchiera. Cominciò a frequentare una scuola di acconciatura a Torino. E il 15 settembre 1965 rilevò l’attività della zia, “a cui, paradossalmente, quel mestiere non era mai piaciuto”.
La sua formazione continuò in due Accademie, ancora a Torino: il Garap e l’Apaf. In parallelo, Mary ha portato avanti il suo negozio, dapprima da sola, poi con collaboratrici. E si è spostata di sede, in via Ancina e poi in via Roma (dove c’era “Pinuccia scampoli”). Contemporaneamente, ha continuato a frequentare i corsi di aggiornamento: a Bologna al Cacf, a Parigi alla Session d’Art, più volte, seguendo le varie dimostrazioni a Torino, Milano e in provincia “ogni volta che abbia ritenuto interessante ciò che veniva proposto”.
Nel corso degli anni, anche il suo lavoro ha vissuto grandi trasformazioni: sono cambiati i prodotti e materiali, tecnologia e cosmetica hanno fatto passi da gigante. “E oggi si possono fare cose che un tempo erano improponibili”. Una cosa però non è cambiata: il rapporto con le clienti. “Mi vanto di aver sempre avuto una bellissima clientela - dice -, che aveva fiducia in me e con cui si è creato un rapporto personale, di confidenza, quasi di amicizia. Il bello è stato vederla uscire soddisfatta, non solo per l’acconciatura, ma anche per aver trascorso un po’ di tempo leggero insieme”.
Mary si è sperimentata con le acconciature per le sfilate, in collaborazione con la Boutique della sposa (“ho sempre adorato fare i capelli raccolti”) e, con il tempo, si è specializzata nella riparazione di bijoux, che oggi - ritornata nella prima sede di via Ancina - è diventata la sua attività prevalente.
In Confartigianato è entrata come associata comune per poi diventare vice-capo categoria e capo-categoria, ruolo che riveste tuttora. “Ho sempre creduto nell’associazionismo - prosegue - e sono molto soddisfatta anche del percorso compiuto nel Movimento Donne, di cui oggi sono vice-delegata della zona di Fossano. L’ho trovato molto formativo su tutte le tematiche del nostro lavoro, compreso l’approccio personale e comportamentale, oltre che per la conciliazione dei tempi del lavoro con quelli della famiglia”.
Mary Bertola fa parte anche del collegio dei probiviri di Confartigianato e talvolta, per conto della categoria, delle Commissioni esaminatrici che rilasciano il titolo abilitativo ai giovani che, dopo la scuola, vogliono aprire un’attività. “È confortante vedere l’entusiasmo che hanno i nostri ragazzi - conclude -. Il nostro è un lavoro che, se piace, non fa pesare le ore che richiede. Guardi l’orologio e ti accorgi che è già ora di andare a casa”.