“L’ultima notte di amore” – “Un uomo felice”

L'ultima Notte Di Amore

L’ULTIMA NOTTE DI AMORE
di Andrea Di Stefano; con Pierfrancesco Favino, Linda Caridi, Antonio Gerardi, Francesco Di Leva, Martin Francisco Montero Baez, Italia, 2023, durata 120 minuti. 

Milano, notte. Un lungo, stupendo piano sequenza ci conduce per le strade e le piazze della città, approdando infine all’interno di una casa dove si sta svolgendo un party. Si sta festeggiando Franco Amore che dopo 35 anni di onorato servizio nella Polizia di Stato lascia il corpo per andare in pensione. La bella e giovane moglie Viviana ha organizzato tutto, è una festa a sorpresa, ma Franco non c’è, è andato a fare jogging. Al suo arrivo a casa una telefonata dal commissariato interrompe sul nascere i suoi saluti agli ospiti. È accaduto un fatto grave, Dino, collega ed amico, è stato coinvolto in un conflitto a fuoco, Franco deve andare.
Poi, un lungo flash back, il nastro della storia si riavvolge e si torna a dieci giorni prima, quando tutto è cominciato… 
Film d’azione e di indagine, “L’ultima notte di amore” è un gran bel poliziesco come da tempo non  era dato vedere. Solido nella struttura narrativa, avvincente nella messa in scena, ottimo nella scelta degli interpreti - da un Favino/Franco Amore di assoluta grandezza a Francesco Di Leva/Dino, a Antonio Gerardi/Cosimo a Linda Caridi/ Viviana - il film di Andrea Di Stefano ha tutti i crismi per piacere al pubblico e alla critica, sfrutta in modo sapiente i caratteri del thriller svolgendo al contempo una raffinata analisi psicologica dei personaggi. Una storia ad incastri della quale è bene non rivelare di più, ma che non mancherà di sorprendere positivamente gli spettatori. Da non perdere. 

Un Uomo Felice
UN UOMO FELICE
di Tristan Séguéla; con Fabrice Luchini, Catherine Frot, Philippe Katerine, Artus, Camille Le Gall, Francia, 2023, durata 89 minuti. 

Jean Leroy è il sindaco conservatore di una cittadina del Pais-de-Calais, nel Nord Est della Francia. Dopo due mandati, ambirebbe ad un terzo incarico. Certo, non è più giovanissimo, ma molti suoi concittadini lo rispettano e Jean è certo che i valori di cui egli è da sempre interprete finiranno per premiarlo. Ignorante e bigotto, Jean è da sempre sostenitore della famiglia patriarcale, del ruolo subordinato della donna nella società, è contrario alle unioni omosessuali, così come alle famiglie “arcobaleno” o alla procreazione assistita e nei suoi comizi usa tutte le armi della retorica per parlare “alla pancia” del suo elettorato, facendo ricorso ai più triti e retrivi luoghi comuni. Insomma, un modello di politico che in Italia conosciamo molto bene. Ma, inaspettatamente, la sorpresa Jean la troverà tra le mura di casa o, meglio ancora, tra le lenzuola del suo letto. Un bel giorno infatti, durante un pranzo al ristorante, la moglie Edith gli rivela che da tempo non si sente più a suo agio nel suo corpo di donna e che ha deciso di cambiare sesso e diventare un uomo. Incapace di comprendere la portata della situazione, in modo assolutamente prevedibile Jean si preoccuperà più di se stesso e dell’esito delle elezioni che delle decisioni della moglie e di quanto lei stia realmente vivendo. 
Commedia garbata che sceglie intenzionalmente di far sorridere anziché graffiare, “Un uomo felice” ha il pregio di affrontare un tema complesso e delicato come l’identità di genere attraverso il registro della commedia, e quella che potrebbe sembrare una debolezza si rivela invece un pregio. Fabrice Luchini/ Jean Leroy  e Catherine Frot/Edith Leroy sono infatti bravissimi nel parlare in modo leggero ma non per questo superficiale di un argomento importante facendo emergere pregiudizi e luoghi comuni, consentendo al grande pubblico attraverso una risata, di riflettere. Da vedere.