Una mostra personale di Riccardo Balestra a Cuneo

Espone dal 10 al 26 maggio

Il cuneese Riccardo Balestra, recentemente presente con una sua minipersonale a Benevagienna, espone  dal 10 al 26 maggio presso la sede del Collegio dei Geometri e Geometri Laureati a Cuneo in via san Giovanni Bosco 7/h in un'ampia rassegna che raccoglie un bel gruppo delle sue opere, frutto di lunghi anni di lavoro che lo hanno visto cimentarsi in una ricerca per lo più  incentrata sulla figura ed in modo più specifico sul ritratto o, addirittura, su un particolare del volto ( gli occhi, le labbra) con risultati a volte curiosi e che altre volte intrigano e stupiscono.

Accanto a queste opere (e sono la maggioranza) anche tavole di "paesaggi" che mi hanno particolarmente interessato per il modo tutto particolare di interpretarli e che l'artista definisce "pop".

Devo dire che personalmente sono interessato sopratutto dal gruppo  (non ampio per la verità) su quest'ultima tematica  perchè mi sembra meglio esprima la personalità del pittore.

Altri invece (e lo stesso pittore, almeno a quanto ho capito durante una serie di colloqui avuti con lui anche recentemente) riservano maggior attenzione ai suoi "volti".

Così Cinzia Tesio, in occasione di una sua mostra a Pollenzo, per i suoi lavori ha scritto che "il mito della maschera, che ognuno di noi indossa, oppure le immagini tratte dalla fantascienza, nonchè quelle ammiccanti e sensuali delle modelle proposte dai media, è poesia che mette in evidenza i messaggi nascosti che questi soggetti trasmettono".

Viceversa Enrico Perotto, guardando le figure femminili di Balestra, ha evidenziato che le sue figure femminili " si possono considerare come idee platoniche della donna, proiezioni a colori di pensieri metafisici (metafisica, appunto è la parola che è stata usata per descrivere le opere dell'artista), modelli rappresentativi della quintessenza di ciò che chiamiamo "eterno femminino"."

Entrambi poi si richiamano alla "pop-art" ed alla esperienze degli artisti "post-pop".

Personalmente non mi sento attrezzato ad andare in queste direzioni in quanto allorchè, di fronte ad un ritratto o comunque ad un "volto", parliamo di "pop" immediatamente il nostro pensiero vola alle soluzioni che in questo campo ci ha mostrato Warhol in particolare e Balestra è ben lontano da quelle esperienze.

Preferisco, con Perotto, pensare che l'artista sia "attraversota da un'intima "naiveté" ... che lo guida sulla sua strada in autonomia" e che lo conduce a soluzioni molto personali che non è esatto clssificara come "pop" nel senso abituale del termine.

In chiave "pop" si sviluppano invece certi suoi lavori di paesaggio in cui il pittore ricerca, con indovinate soluzioni, il sovrapporsi dei piani dell'immagine in genere in chiave monocroma giungendo a risultati che intrigano e che mi sono piacevoli e stimolanti.

Una mostra interessante di un artista che, con molta probabilità, potremo vedere l'anno prossimo in Borgovecchio.