A Genola, Ajda la giovane attivista che dà voce a chi voce non ne ha più

Realizza cortometraggi per denunciare storie vere di violenza. Il progetto viene presentato anche nelle scuole

Un insulto, 20 risate e tu sei sola contro tutti. Ti senti brutta perché ogni giorno ti dicono che sei brutta. E inadeguata. E l’ansia cresce, e hai paura di uscire di casa, paura di prendere lo scuolabus, paura di entrare in classe. Perché sarai giudicata e additata”. Sono le parole di Silvana, una giovane ragazza che mercoledì sera ha portato la sua testimonianza come vittima di bullismo alla serata “Insulti e bullismo: l’ignoranza di credersi più forti” organizzata dall’associazione Altracultura nell’ambito del Salotto del libro. 

Silvana ce l’ha fatta. Oggi è una giovane ragazza dalla psicologia strutturata. Ad aiutarla a ricostruire la fiducia in se stessa è stata Ajda Proshka, anche lei una giovane ragazza cuneese, di soli 22 anni, da un anno impegnata in progetti contro la violenza sessuale, il razzismo, il cyber-bullismo, l’omofobia e discriminazioni di ogni genere. 

“Io sono più forte” è il nome del progetto contro ogni tipo di violenza ideato da Ajda lo scorso 25 novembre, “Giornata internazionale di lotta per l’eliminazione della violenza contro le donne”. Ajda, studentessa, attrice per spot pubblicitari locali, video musicali e set fotografici, trasferisce in video le storie che ha raccolto, pubblicati online e sui social. 

Sono storie vere - spiega - raccolte dalle testimonianze di giovani ragazze e donne che hanno subito violenza di ogni tipo, dallo stupro allo schiaffo, dal bullismo all’insulto... che traduco in video.  Un progetto che spinga a parlare e a distruggere il silenzio che nasconde e difende la crudeltà. Insomma, come dico sempre, un progetto che dà voce a chi voce non ne ha più... e lo fa ogni giorno!”.

Il progetto "Io sono più forte" che si avvale della consulenza di una psicologa e un avvocato, offre un supporto a tutto tondo alle donne che l’avvicinano aiutandole a ricostruirsi una nuova identità. Aiutandole a ricostruirsi una vita.

Articolo su La Fedeltà in edicola mercoledì 6 dicembre