La salute vien mangiando…

Sergio Capaldo, presidente de La Granda, ha ideato la “Cattedra del contadino” un progetto per mettere insieme gli “esperti” di vari settori e creare una sinergia produttiva e duratura negli studi sull’agricoltura

“Nella coltivazione dobbiamo ritornare alla vecchia saggezza di un tempo, valorizzare i prodotti non da un punto di vista estetico, ma «genetico». La natura non si può forzare più di tanto. Dobbiamo puntare sulla microbiodiversità e il suolo italiano, da questo punto di vista, è tra quelli più ricchi al mondo”. Sergio Capaldo è un fiume in piena. La “Cattedra del contadino” è l’ultima sua creatura per far interagire i saperi  perché le discipline non possono essere separate: se gli agricoltori coltivano bene i suoli, i loro animali si nutrono bene, la loro carne e il loro latte avrà particolare poteri nutritivi e se ne avvantaggerà la salute umana. Tutto questo ha a che fare con tante discipline: agronomia, certo, ma anche alimentazione, dietetica, diabetologia, studio dell’ambiente, ecc.. Questo è la “Cattedra del contadino”: mettere insieme gli “esperti” di vari settori per creare una sinergia produttiva e duratura negli studi sull’agricoltura. Martedì scorso il nuovo progetto ha debuttato a Genola, nel salone de La Granda, con alcune “lezioni” interessanti: Alberto Bruno, diabetologo, ha parlato di come il cibo rappresenti l’unico modo per accrescere il nostro “biota” intestinale; Andrea Cavallero, già docente universitario presso la facoltà di Agraria, ha illustrato il progetto sui prati  stabili; Giusto Giovannetti, direttore scientifico del Centro colture sperimentali di Aosta, ha illustrato la sua ricerca che si propone di migliorare la fertilità perduta del suolo attraverso il microcosmo; il presidente degli allevatori de La Granda, Mauro Olivero, ha infine parlato del ruolo della componente agricola in questo contesto.

Su La Fedeltà di mercoledì 10 marzo ampio servizio sull’evento