In via Piandellavalle a Mondovì c’è “Fiòca” con Gianni Vigna

Fino al 6 gennaio espone i suoi lavori più recenti.

Il pittore ed acquarellista Gianni Vigna abita a Mondovì Piazza ma a dicembre trasferisce, da anni, la sua pittura a Breo in via Piandellavalle, 7 dove fino al 6 gennaio espone i suoi lavori più recenti (o magari recentissimi).
Quest’anno la rassegna ha per tema “Fiòca” ed è quindi logico ed intuitivo che le opere sono incentrate sulla neve.
Per adesso la neve non ha ancora imbiancato le nostre strade ma Gianni ne ha colto in passato tante immagini che sotto il suo pennello si sono trasformate in emozioni subito “raccontate” su quei fogli così caratteristici che sono la cifra del suo modo di far pittura.
Con una ambientazione insolita ed originale in questa rassegna, che per lui è ormai una tradizione, Gianni Vigna scende  a Breo e presenta (in questo locale che potrebbe essere adibito a negozio) una quindicina di sue opere di diversissime dimensioni e formati tutti di soggetti in cui la neve la fa da protagonista. I soggetti sono tra loro diversissimi ma tutti assai intonati al tema (anche se sembra abbastanza inusuale che sotto la neve ci si soffermi, buttando a terra l’ombrello, per scambiarsi affettuosità).
Ma, lo sappiamo bene, Gianni ama sovente giocare nella presentazione delle sue tematiche e lo fa anche questa volta, sia nelle opere sistemate nello spazio espositivo sia nel modo di sottolinearne la collocazione, attraverso un gioco di luci che sembrano voler richiamare una scena di presepio con i faretti luminosi che si alternano ad evidenziare ogni singolo lavoro per sostare poi per un attimo al buio ed accendersi festosamente infine per presentare tutto l’insieme dei quadri esposti.
Come ho già avuto occasione di scrivere altre volte, in queste opere recenti e recentissime, lo stile e le atmosfere ricreate, si sono fatte a mio parere più scaltrite e suadenti, anche se rimandano anche in queste circostanze ai criteri che da sempre Gianni Vigna ha posto a guida del suo far pittura ad acquerello.
Il filo conduttore della mostra ancora una volta è l’emozione che nasce quando egli si sofferma sulle cose semplici, sui dettagli dello scorcio paesaggistico che spesso non sono considerati dall’occasionale osservatore; Vigna li sa cogliere, elaborare e restituire al visitatore arricchiti delle sue  emozioni, che soltanto lui è riuscito a creare grazie anche all’utilizzo originale della tecnica dell’acquarello e grazie alla sua incomparabile capacità di utilizzare luci e ombre in un gioco sapiente che impreziosisce ogni atmosfera. Ciò che ne deriva sono opere dall’atmosfera magica, fiabesca ed intimista.
Ciò che particolarmente affascina, ancora una volta, è quel taglio luminoso che il pittore sa dare al suo raccontare gli scorci che lo colpiscono; non per niente, in tante altre occasioni il vocabolo “luce” entrava nel titolo dato alle sue mostre.
E il titolo di questa rassegna, “Fiòca”, ancora è un richiamo ai valori luministici che proprio la neve (certo più che altro quella che ricordiamo di decenni passati) induce nel nostro immaginario: diciamo “neve” e pensiamo a qualcosa di candido e di per se stesso luminoso anche se è una luminosità tutta particolare che non induce accensioni cromatiche ma piuttosto sottende un qualcosa di ovattato e silenzioso che ben si addice ad uno spazio innevato da poco o ancora avvolto nel manto volubile e volatile di una nevicata.
Insomma alcune pagine di una raccolta e sommessa poesia, come le tante che Gianni Vigna ci ha già mostrato in ormai tanti anni nel corso di questa sua tradizionale rassegna monregalese di fine anno.
Il quadro nasce dall’intrecciarsi di una fitta rete di superfici, un accavallarsi di spazi e tempi interni, dalla storia d’un tessuto cromatico che sono la spinta generica dell’artista si espande in ritmi, movimenti, campi psichici e conserva l’impianto vitale che l’ha generato.
Non mancate di visitarla  se salite a Mondovì e passate in via Piandellavalle: ne resterete piacevolmente sorpresi se la vedete per la prima volta o avrete conferma delle sue belle qualità di narratore se conoscete già la sua espressività.