L’Emporio sociale, una “rivoluzione” nel modo di operare della Caritas”

Con l’apertura dell’Emporio di via Matteotti, le Caritas parrocchiali non si occuperanno più solo della distribuzione delle borse di generi alimentari ma dell’accompagnamento delle famiglie per interrompere la dipendenza dall’aiuto

L’apertura dell’«Emporio sociale», il negozio polivalente di via Matteotti a cui partecipano diverse realtà del Terzo settore, coordinate dalla Fondazione Noialtri, è ormai prossima. Una vera “rivoluzione” per il mondo del volontariato e per chi ne fruisce. Una rivoluzione nata non per il gusto di cambiare ma per ragioni serie. Ne abbiamo parlato con il direttore della Caritas, Nino Mana, che in una esauriente intervista, ci ha spiegato la “genesi dell’Emporio sociale.

“Io ho sempre sostenuto che le Caritas parrocchiali non possono limitarsi a distribuire le borse dei viveri (anche se questi sono indispensabili) – ci ha detto Mana -. L’emporio sociale nasce proprio con questo obiettivo: consentire ai volontari delle Caritas parrocchiali di “liberare tempo” per dedicarsi all’ascolto e all’accompagnamento: quelle opere di misericordia che possono aiutare le famiglie a uscire dall’indigenza”. Le famiglie che accedono al servizio, dunque, non si rivolgeranno più alle parrocchie per ritirare i beni di cui hanno necessità. Si rivolgeranno all’Emporio di via Matteotti, dove troveranno esposti i prodotti di cui può aver bisogno una famiglia. Ognuno potrà scegliere ciò di cui ha necessità fino a un importo definito. Si potrà ritirare una borsa del valore di circa 20 euro, una o due volte al mese a seconda di ciò che è stato deciso dalle stesse Caritas parrocchiali. “Dopo un certo periodo di tempo la consegna dei prodotti verrà sospesa – spiega il direttore della Caritas - perché ognuno deve provare a camminare sulle proprie gambe”. Mana lancuia anhe un appello perché chi ha degli esuberi nell’orto, nel campo, in negozio, li porti all’emporio.