Sempre più malati mentali nella società moderna

Imparare a non stigmatizzare un male che va curato e accompagnato da specialisti

“Non c’è salute senza salute mentale” è il messaggio consegnato alla Conferenza di Helsinki del 2005 dai ministri della Salute degli Stati appartenenti all’Unione europea. Una definizione tanto più rimarcata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che parlando di salute mentale fa riferimento a uno stato di benessere emotivo e psicologico nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali, esercitare la propria funzione all’interno della società, rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi alle condizioni esterne e ai conflitti interni. 

Partendo da questo fondamentale assunto  Carlo Milordini, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Asl Cn1, venerdì sera durante l’incontro “Salute mentale ieri e oggi. Prospettive per il futuro” organizzato nella biblioteca comunale di Trinità, nel presentare un interessante excursus sulla storia e l’evoluzione della malattia mentale, ha sottolineato la complessità della presa in cura richiesta nei confronti del malato mentale. “Un malato non è solo malato affetto da disturbi - ha detto Milordini - ma - come diceva Basaglia - è un uomo con tutte le sue necessità. Lo psichiatra avvicinandosi al paziente deve prendere in carico tutta la persona, il suo corpo e la sua mente, il suo essere nel mondo e dunque la sua storia e la sua vita”. 

Prossimo appuntamento sulla salute in programma per venerdì 26 febbraioalle 21 in biblioteca parlerà dello scottante tema delle dipendenze dal gioco. 

“Play versus game” (ossia giocare contro il gioco) è il titolo del dibattito proposto dalla Commissione cultura. Un argomento sempre più grave soprattutto nel nostro Paese, considerato il primo in Europa per denaro giocato in rapporto alla popolazione. La dipendenza da gioco è una patologia e come tale a parlare di questo “fenomeno” ci saranno due professioniste:  Ivana Conterno medico e Linda Dutto assistente sociale - settore dipendenze patologiche AslCn1.

Articolo su La Fedeltà in edicola mercoledì 24 febbraio