Padre Giacomo Viale – 3

Testimoni del Risorto 26.10.2016

Anche se i poveri continuano ad esserci sempre, come ha promesso Gesù, e ad essi bisogna garantire i servizi indispensabili, a cominciare dal vitto e dall’alloggio, finora negati. In mancanza dello Stato, per il quale i poveri sono soltanto un problema, ci pensa padre Giacomo Viale, per il quale sono invece fratelli da riabilitare. Naturalmente non da solo, perché ha capito, da quando ha messo piede a Bordighera, che vincente è solo il gioco di squadra. Insieme ad un barone-pittore di fede protestante e ad un floricoltore filantropo che si professa libero pensatore, costituisce una terna, singolare ed affiatata, che comincia a progettare un “welfare” anticipatore di quello che oggi affannosamente si cerca di instaurare, decisamente qualcosa di diverso dalla semplice beneficenza o peggio ancora dell’elemosina. Così nasce la mensa per i poveri, così si gettano le fondamenta della Casa di Provvidenza per offrire un tetto e un letto ad un numero sempre crescente di bisognosi, e che da ospizio si trasformerà ben presto in ospedale, perché anche i poveri si ammalano e nessuno li cura e poi l’ospedale più vicino è a Sanremo, che si può raggiungere solo in carrozza. Sono le Figlie di sant’Anna di Madre Gattorno (sua contemporanea e oggi anche beata) che lo aiutano nelle tante opere di carità di cui Bordighera ha bisogno. Padre Giacomo di suo non ha niente, tranne le braccia per lavorare e la testa, che persistentemente pullula di iniziative, ed entrambe le mette a disposizione di chi possiede mezzi e fortuna, offrendo ai suoi benefattori solo la possibilità di guadagnarsi qualche merito per l’aldilà. Anche la nuova chiesa di Borgo Marina nasce così: senza un fazzoletto di terra, senza un soldo e senza un progetto, semplicemente in base all’idea di offrire un luogo di culto alla popolazione di quel rione che fatica ad arrivare a Bordighera alta. Tanto basta perché il possidente che non voleva vendergli il terreno alla fine glielo regali; che come progettista gratuito si presenti Charles Garnier (cioè il progettista dell’Opera di Parigi e del Casinò di Montecarlo) e che i soldi arrivino così puntualmente da consentirgli in appena tre anni di ultimare la chiesa, che vuole dedicare all’Immacolata. Si è sparsa, infatti, la voce che se il “fratin” non dice mai di no a nessuno, a costo di togliersi il pane di bocca e di camminare scalzo, è altrettanto vero che nessuno ha il coraggio di rifiutargli qualcosa: tutti sanno che non chiede per sé, sempre e soltanto per far del bene a qualcuno. Un fiume di denaro passa così per le sue mani, arrivandovi però in misura proporzionata al bisogno, cosicché mai gliene avanza, ma anche nessun debito gli resta, tanto da far pensare che la Provvidenza sia davvero “di casa” alla….Casa di Provvidenza. Nessuno riesce a togliergli il privilegio di servire a tavola i suoi poveri e soltanto alla fine si siede al loro posto a mangiare il po’ che si è avanzato; eccezion fatta per il venerdì, quando povero tra i poveri, condivide, seduto in mezzo a loro, un semplice piatto di minestra, rifiutando tutto il resto. Se poco gli basta per vivere, ancor meno gli serve per i suoi effetti personali, puliti sì ma sempre consunti dal prolungato uso, dal che si deduce che il suo guardaroba non sia davvero eccessivamente fornito. In un punto particolare, precisamente in corrispondenza delle ginocchia, sono però lisi più che altrove, a testimonianza delle ore prolungate passate in ginocchio. Il “fratin” prega di giorno e anche di notte e c’è chi giura di averlo visto sollevato da terra, in evidente estasi, mentre altri raccontano degli attacchi che gli sferra il demonio, infastidito dal lavoro di quel francescano-parroco che addosso porta l’odore delle sue pecore e che ruba anime all’inferno, semplicemente con la sua carità senza limiti. A dire il vero, il demonio usa egregiamente anche gli uomini per i suoi attacchi a padre Giacomo: come non vederlo all’opera nella battaglia senza esclusione di colpi, fin quasi a rasentar la persecuzione, che gli muove il sindaco Rossi insieme alla sua amministrazione comunale? Arrivato come provvisorio, è parroco di Bordighera per 49 anni: si spegne il 16 aprile 1912, afflitto da una prostatite che lo ha fatto molto soffrire, dopo un inutile anche se indispensabile intervento chirurgico. Lascia scritto che si venda il poco mobilio della sua stanzetta per pagare il funerale, che deve essere poverissimo e semplice: inutile dire che i suoi testardi bordigotti non lo hanno ascoltato nemmeno un po’.
(3 - fine)