Anche gli avvocati vanno in Paradiso – 2ª parte

Gamba Don Nicolao
Don Nicolao Gamba, primo parroco di Sant’Antonio; imitò il fratello Carlo

In questa lotta senza esclusione di colpi, su una cosa devono concordare sia amici che avversari: le motivazioni che ispirano le battaglie politiche dell’avvocato Carlo Gamba sono esclusivamente religiose, perché della sua fede non fa mistero. Gli stessi avversari sono costretti ad ammettere la sua profonda devozione, la sua partecipazione convinta e senza rispetto umano alla messa e altre pratiche di pietà, la sua adesione alla confraternita dei Battuti rossi, di cui indossa volentieri e pubblicamente la divisa (e per il solo fatto che ciò venga sottolineato, significa che altrettanto non facevano i contemporanei di pari grado), mentre continuo è il suo ricorso al concetto cristiano di charitas nelle sue varie proposte, mozioni ed interventi pubblici. Neppure lo si può accusare di incoerenza tra le idee professate ed il suo impegno personale. Infatti, mentre si lascia coinvolgere in tutte le commissioni consiliari nelle quali possa portare il suo contributo a favore dei poveri e per migliorarne le condizioni o diminuirne il carico fiscale, si “sporca le mani” assumendo la presidenza dei maggiori istituti  benefici di Fossano: dall’Ospizio all’Ospedale, dal Coraggio cattolico all’Opera dei congressi fino all’Istituto delle Buone Figlie, dove la stretta, continua e generosa collaborazione con la fondatrice Cirotti finisce per meritargli addirittura la qualifica di “cofondatore”. Con molta probabilità, meno nota ai suoi contemporanei, ma certamente non a Dio, è l’apporto finanziario del munifico avvocato alla vita giornaliera delle “Buone Figlie”, cioè il ricorso continuo al proprio portafoglio per procurar loro il minimo indispensabile per vivere, dato che la fondatrice, con la fiducia dei santi, si affidava alla Provvidenza, che prendeva volto e consistenza solo nei benefattori, spesso anonimi, che ogni giorno si premuravano di far confluire il necessario per le ricoverate. Significativo è che il Consiglio comunale, nella seduta del 15 febbraio 1902, definisca Carlo Gamba “vero angelo di carità, che finora diresse e speriamo diriga ancora con generale soddisfazione il Pio Istituto”, il che lascia presumere che qualcosa fosse trapelato, o si potesse immaginare, della sua generosità.

Altrettanto si può dire della maggior parte dei suoi gratuiti patrocini, delle sue buone opere, della sua beneficenza spicciola e del suo impegno nel sociale che emergono soltanto dopo la sua morte, avvenuta nel primo pomeriggio di domenica 28 maggio 1905, probabilmente a seguito di un ictus che lo aveva colpito tre settimane prima. “Chi l’avrebbe pensato - scrive il nostro settimanale -, un solo mese fa, quando l’amabile figura dell’avvocato si aggirava snella, frettolosa ed elegante per le vie della nostra città…?”. Enorme è l’impressione suscitata in Fossano: il Consiglio comunale delibera all’unanimità la partecipazione ufficiale ai funerali, il vescovo (quel sant’uomo di monsignor Emiliano Manacorda) arriva addirittura a sospendere in segno di lutto la sua partecipazione alle iniziative pubbliche già previste per quel pomeriggio e si reca personalmente a rendere omaggio alla salma, come un’infinità di fossanesi che fanno la fila per portargli il saluto estremo. I funerali si celebrano nel pomeriggio di martedì 30 e diventano l’espressione della riconoscenza dell’intera comunità civile e religiosa. La Fedeltà si dilunga nel descrivere la perfetta disposizione del corteo funebre, che da via Garibaldi si snoda in via Bava, via Merlo e via Roma fino alla cattedrale, in cui è celebrata la messa esequiale presieduta dal vicario generale monsignor Perucchetti ed alla quale assiste anche il vescovo dal coro. Sembra che tutti gli enti e le istituzioni fossanesi vogliano, con la loro presenza, testimoniare la multiforme e variegata prodigalità e beneficenza dell’avvocato, esaltata ancora alla porta del Salice dai saluti del prosindaco Ravera (stranamente il cronista sorvola sulla mancata partecipazione del primo cittadino fossanese) e dell’avvocato Comino, sindaco di Mondovì, che rende particolarmente omaggio “alle sue convinzioni religiose sempre apertamente professate, al suo carattere fiero e adamantino, alla sua mente illuminata dalla fiamma della Fede”.

Di Carlo Gamba si continua a parlare anche nei mesi successivi alla morte: sia perché è difficile rimpiazzarlo in tutti gli incarichi e gli uffici ricoperti, sia perché tutti si sentono in dovere di esternargli riconoscenza con solenni celebrazioni di suffragio che non rientrano nella norma, a cominciare dalle Buone Figlie, che sanno di aver perso un padre, fino ai Battuti rossi che deliberano una funzione “speciale” per gli eccezionali meriti acquisiti nei confronti della Confraternita. Come a dire: anche dopo morte l’avvocato Gamba continua ad insegnare, provocare, illuminare e sono le cose più belle che di lui rimangono, anche più di un secolo dopo.

(2 - fine)