La femminista e sua sorella (2ª parte)

Racca Anna Maria e Lucia

Trova così spiegazione la fitta rete di amicizie e di collaborazioni che Anna Maria intrattiene con i direttori di giornali e riviste, insieme ai quali partecipa a convegni e giornate di studio, se del caso anche come relatrice, vista la sua ampia conoscenza in materia di lavoro femminile. Da Fossano tuttavia non riesce a staccarsi mai, anche se ciò le sarebbe utile per spiccare il volo nell’editoria nazionale o nel sindacato. Preferisce invece continuare a lavorare alla biblioteca di Fossano e a prestarsi come segretaria del nostro ospedale, della Società di studi storici di Cuneo o della Fondazione Sacco. Soprattutto, tiene saldo per tanti anni il suo posto nella redazione del nostro giornale, “amato e considerato come seconda famiglia”, dirà nel testamento spirituale. Anche per La Fedeltà, tuttavia, difficilmente la sua firma compare in prima pagina e unicamente per i suoi articoli a sfondo sociale: per il “suo” giornale segue di preferenza la cronaca anonima e spicciola e le necrologie, sempre “con sagacia e prudenza”, attesta il suo Direttore, non accettando mai di essere “la prezzolata che vende i suoi articoli proporzionandone il prezzo all’importanza dell’argomento ed all’ampiezza della stesura”. Non è, insomma, neanche per La Fedeltà, una “mercante della penna”, perché sempre si lascia guidare, anche nello scrivere la notiziola di poco conto, “dalla passione della verità, dall’amore al suo Paese, dall’entusiasmo della sua Fede”. “Non conosceva paura né subiva intimidazioni”, ricorda Maria Paglieri, la mamma dell’eroe della Resistenza fossanese Andrea, alla quale è rimasto impresso il suo modo di scrivere: “così, d’un fiato, febbrilmente, senza un’ incertezza, né una correzione, né un pentimento”, mentre le amiche ricordano che era “un’anima profondamente religiosa, aveva particolare attaccamento alla liturgia,  sentiva potentemente la Comunione dei Santi, contemplava il Corpo Mistico della Chiesa con spirito illuminato; leggeva e capiva i mistici, attendeva sorella morte senza sgomento”.  Per questo può congedarsi da questo mondo scrivendo, nel suo testamento spirituale: “professo illimitata obbedienza alla Chiesa Cattolica che considerai sempre come Madre ed unica Guida, al Sommo Pontefice per la prosperità del quale sono lieta di offrire la mia vita”. Ha soltanto 44 anni, ma per l’intensità e la vorticosità con cui li ha vissuti si può davvero dire, con le parole della biblica Sapienza, che in così breve tempo “ha conseguito la pienezza di tutta una vita”.

È il 1° agosto 1950 e Anna Maria Racca segue di alcuni mesi, nella tomba, la sorella Lucia, morta ad appena 40 anni il 14 marzo dell’anno precedente. Meno appariscente, ma certamente non meno prezioso, il servizio ecclesiale che quest’ultima svolge, affiancandolo al suo solerte lavoro di impiegata della locale Cassa di Risparmio. Scontato, per lei cresciuta all’ombra della travolgente sorella di cui è più giovane di appena due anni, l’impegno nell’Azione Cattolica, di cui è una delle prime dirigenti fossanesi, oltreché presidente dell’associazione della Cattedrale e delegata diocesana delle “aspiranti”. Poiché il dinamismo e la versatilità devono essere prerogative di famiglia, Lucia è anche rettrice delle Figlie di Maria, “promotrice instancabile di Corsi di Esercizi spirituali, pioniera del Gruppo Impiegate ed attiva collaboratrice dell’Ufficio Catechistico”. Né c’è da credere che una così attiva sua presenza sul fronte spirituale le abbia fatto dimenticare i bisogni materiali del prossimo, perché, dicono, “dov’era una lacrima da tergere o un dolore da lenire ella era presente”.  È soprattutto nelle sue funzioni di segretaria dell’ufficio Carità del Vescovo che si rivelano le sue doti di sensibilità, oculatezza, disponibilità e perfetta organizzazione dei vari interventi, soprattutto negli anni della guerra, a favore di poveri, sofferenti, carcerati e sfollati. Ci è piaciuto affiancare il ricordo di queste due sorelle, pur così diverse e in un certo senso complementari, presentandole ai nostri lettori come un simpatico e luminoso esempio di femminismo cattolico “made” in Fossano di cui è possibile andar fieri.

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