Macellerie tradizionali e vendite a domicilio salvano la zootecnia di qualità

vitelli stalla di rocca de baldi

L’emergenza corona virus non ha cambiato di molto la vita degli allevatori. Nelle stalle l’attività continua come sempre; vacche e vitelli hanno le loro esigenze, non c’è corona virus che tenga. Ma è cambiato il mercato. La gente consuma in modo diverso.
Ne abbiamo parlato con tre associazioni di allevatori (La Granda, il Colavi e la Compral Carne) ed è sostanzialmente emerso che il prezzo della carne sta tenendo grazie alle macellerie tradizionali e alle vendite a domicilio. Vediamo perché.

La Granda affronta l’emergenza con le consegne a domicilio
“La chiusura della ristorazione e lo stop al turismo per noi, che facciamo carne di qualità, è stato fortemente penalizzante – dice Mauro Olivero, giovane allevatore di Genola, presidente del gruppo allevatori de La Granda (l’associazione promossa da Sergio Capaldo). Noi abbiamo subito cercato di adattarci alla nuova situazione avviato un sistema di vendita a domicilio che sta funzionando molto bene (0172.726178; ordini@lagranda.it); il personale si è prodigato per far funzionare al meglio il nuovo sistema; i primi a ordinare il pacco famiglia sono stati gli stessi allevatori. Poi naturalmente abbiamo esteso il sistema a tutta la provincia e ora stiamo vendendo in tutta Italia. Voglio ringraziare tutta la “squadra” de La Granda, dagli allevatori ai dipendenti del macello e del punto vendita di Genola, che con grande disponibilità, hanno organizzato la vendita a domicilio a e tutti coloro che hanno collaborato. Nonostante la crisi lunedì abbiamo macellando un numero importante di animali, segno che abbiamo una clientela fidelizzata ma soprattutto un bel gruppo di allevatori solido che sta facendo bene il suo mestiere”. “La Granda è una grande famiglia – conclude Mauro – e questo è davvero un valore aggiunto”. Nei giorni scorsi gli allevatori de La Granda si sono autotassati e hanno donato 3 mila euro all’ospedale Carle di Cuneo.

Compral carne penalizzata dalla Grande distribuzione”
La Compral carne, che acquista, macella e commercializza i vitelloni e le vacche dei soci, sta registrando una contrazione dei volumi di vendita. “Il 70% della nostra carne va alla Grande distribuzione e in questo momento l’afflusso ai supermercati, soprattutto nelle grandi città, è molto rallentato dai rigidi sistemi di contenimento. Le lunghe code sono un disincentivo; il consumatore sceglie il negozio sotto casa. Noi abbiamo praticamente dimezzato volumi di vendita”. I vitelloni restano in stalla, pesanti, difficili da gestire e il loro valore diminuisce. “Questa tuttavia non è la situazione generale del mercato della carne – precisa Bovetti -. La macelleria tipica ha invece aumentato la clientela; gli allevatori che hanno mantenuto questo canale di vendita non sono penalizzati”.

Gli allevatori Coalvi incrementano le vendite grazie alle macellerie tradizionali
 Il vice direttore del Coalvi (Consorzio per la valorizzazione della carne piemontese) Giuseppe Franco conferma questo dato. “I nostri allevatori hanno incrementato le forniture, perché le nostre macellerie stanno aumentando le vendite. Si sono però dovute attrezzare alla consegna a domicilio. In queste ultime settimane, come Coalvi, abbiamo supportato questa riconversione realizzando un vademecum con le norme di sicurezza, le regole previste per la preparazione della carne, per la consegna mantenendo la catena del freddo, l’uso dei dispositivi di sicurezza. Il nostro ufficio marketing le ha supportate anche nell’adattamento della comunicazione attraverso i social. Tutto questo, però, si è rivelato molto utile: il confronto delle vendite del marzo 2020 su marzo 2019 è positivo.

L'articolo completo è stato pubblicato su La Fedeltà di mercoledì 1° aprile 2020