Ricciardi: “Il virus circola ancora e rimane pericoloso. Non abbassare la guardia”

L’epidemia sta rallentando, soprattutto in alcune regioni, ma il pericolo è sempre in agguato. Dobbiamo essere vigili per evitare una seconda ondata. Forse il vaccino a fine anno. L'8 giugno è partita la sperimentazione di “Immuni”

Coronavirus Mascherina
foto Marco Calvarese-SIR

“In Italia la fase acuta dell’epidemia è superata, anche se rimane la necessità – ma state attenti, non cantare vittoria prima, non cantare troppo presto vittoria! – di seguire con cura le norme vigenti, perché sono norme che ci aiutano a evitare che il virus vada avanti”. Il monito, straordinariamente tempestivo, è arrivato domenica scorsa da Papa Francesco dopo l’Angelus in Piazza San Pietro. Linea condivisa da Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all’Università Cattolica, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e rappresentante italiano all’Executive Board dell’Oms. Se gli ultimi dati sui contagi rivelano un rallentamento, chiarisce, “l’epidemia non si è esaurita; il Sars-CoV-2 continua a circolare, in alcune aree in modo rilevante, in particolare in Lombardia, ma permane anche nel resto d’Italia, pur con differenze tra regioni. Non ne siamo ancora usciti e per evitare una seconda ondata dobbiamo rimanere vigili”.

Da una decina di giorni in Basilicata non si registrano nuovi casi; zero nuovi casi anche in Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Molise, Calabria e Puglia, ma per l’esperto “dobbiamo essere pronti a bloccare eventuali nuovi focolai”, anche perché, avverte, “non sappiamo se i tamponi vengono effettuati in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. La mia impressione è che non sia così, che ci siano delle regioni che ‘cercano’ molto e altre che ‘cercano’ poco”.

Professore, è stato avviato lo screening con test sierologici. Esiste un monitoraggio nazionale?
Esistono un protocollo nazionale e un campionamento su base nazionale perché l’indagine deve essere rappresentativa di tutta la popolazione italiana. Avviata lo scorso 25 maggio da ministero della Salute e Istat, in collaborazione con la Croce rossa alla quale ne viene affidata l’esecuzione, l’indagine verrà effettuata su un campione di 150mila persone residenti in 2mila Comuni, distribuite per sesso, attività, e suddivise in sei classi di età.

Qual è l’obiettivo?
Avere una fotografia della situazione epidemiologica del Paese, ossia capire la circolazione passata, presente e presumibilmente futura del virus. Questo per comprendere quali siano stati i suoi livelli di penetrazione, e quindi quale sia la percentuale di popolazione suscettibile; comunque alta un po’ in tutta Italia ma in alcune regioni più che in altre... continua a leggere

(fonte SIR)