Da 36 anni non ci sono più sepolture nel cimitero ebraico di Fossano. L’ultima è stata quella di Dino Colombo, torinese, classe 1929, mancato nel 1984, che scelse Fossano come sua ultima dimora. Prima di lui furono sepolti altri Colombo: Mario nel 1968, Linda nel 1966. Ma la maggior parte delle lapidi risale a fine ‘800-inizio ‘900, anni in cui la comunità ebraica contava ancora una presenza in città e, di conseguenza, un cimitero “in funzione”.
Di quella presenza, plurisecolare (ebbe origine nel ‘500), che superò anche i 200 abitanti, che risiedeva in un ghetto (l’attuale via IV Novembre), che pregava in una sinagoga, oggi non c’è più alcuna traccia, se non documentale. Unica eccezione, appunto, il cimitero: un piccola area verde, con una trentina di lapidi, ricavata all’interno del cimitero urbano di Fossano, separata da mura e dotata (quando ancora serviva) di camera mortuaria e ingresso autonomo.
Domenica 6 settembre, il cimitero di Fossano (così come quelli di Cuneo, Mondovì e Saluzzo) è stato oggetto di visite guidate in occasione della Giornata della Cultura ebraica: un appuntamento che ha richiamato a Fossano, in più turni, una quarantina di persone, interessate a conoscere una pagina di storia della loro città dalla voce di una guida dell’associazione Artefacta.
Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 9 settembre