Giulia Odetto brilla alla Biennale di Venezia

L'artista di Fossano è stata finalista di un bando dedicato ai giovani registi, con un lavoro dal titolo "Onirica"

Onirica, lavoro firmato dall'attrice e regista fossanese Giulia Odetto

È conosciuta soprattutto come attrice, per aver recitato con Elio e Geppi Cucciari ed essere stata diretta da Mario Martone; ma sa stare anche dietro la cinepresa. Giulia Odetto, fossanese di 27 anni, è stata fra i dieci finalisti di un bando che la Biennale di Venezia ha dedicato ai registi dai 18 ai 30 anni. L’artista ha presentato il suo lavoro, “Onirica - sognare, forse dormire” (nella foto sopra), la scorsa settimana.

La vittoria è sfumata davvero per un soffio: il lavoro di Giulia ha superato varie selezioni che hanno portato alla formazione della rosa dei finalisti, scelti fra 93 partecipanti. La giovane fossanese si dice, però, “molto contenta”. “Ed era contento il gruppo con cui ho lavorato, che è la cosa più bella che ci sia - continua -. Abbiamo ricevuto dei feedback positivi. Questo non ci ha portato alla vittoria, ma posso dire che per me essere qui a 27 anni sia un bell’inizio”.

“Onirica” è il quarto lavoro da regista per Giulia, che aveva debuttato nella “sua” Fossano con “Romei & Giuliette”, una coraggiosa rivisitazione del capolavoro shakesperiano riproposto in forma “itinerante” lungo il fiume Stura. Nella sua ultima opera, a cui si è potuta dedicare con il sostegno della compagnia di produzione teatrale Tangram Teatro Torino, la giovane fossanese si è misurata, come il titolo suggerisce, con un altro tema caro all’arte e la letteratura di tutti i tempi, quello del sogno: “Partendo dallo studio del modo naturale in cui, in ogni individuo, le memorie recenti e non recenti, consce ed inconsce si rimescolano dando forma al mondo dei sogni - spiega Giulia -, «Onirica» vuole applicare alla drammaturgia scenica la «logica del sogno», libera dalla razionalità e logicità della veglia, creando un incatenamento di ambienti scenici che possano essere riconosciuti piuttosto che compresi. Il sogno, in questo progetto, è studiato in quanto «diverso stato di realtà», in cui la gamma dell’esperibile è ampliata”. Per raggiungere il suo obiettivo, la regista fossanese ha lavorato molto sul movimento, o meglio “sulla creazione di un flusso di azioni incatenate e stratificate secondo un insieme di regole o una logica non decise in partenza, ma nate e condivise dal gruppo”, secondo l’ipotesi che “questo processo sia utile ad avvicinarsi a quella che ho chiamato «logica del sogno»”: il processo ha coinvolto una danzatrice, un’attrice, un performer ed un operatore video, e si è così cercato di “individuare connessioni tra la modalità di utilizzo dei vari strumenti creativi per arrivare ad un flusso di situazioni oniriche”. Autori di riferimento sono stati lo studioso di sogni lucidi Stephen Laberge e il poeta Fernando Pessoa.

La “Biennale College” - questo il nome del bando cui ha partecipato Giulia - si presenta come “un’esperienza innovativa e complessa, che integra tutti i settori della Biennale di Venezia - il cinema, la danza, la musica, il teatro - per promuovere giovani talenti offrendo loro di operare a contatto di maestri per la messa a punto di creazioni”: ad impegnarsi perché questo progetto, giunto alla sua quarta edizione, diventasse ciò che è oggi, è stato soprattutto il noto attore e regista teatrale Antonio Latella. Il vincitore di questa edizione è Paolo Costantini. Per Giulia è stata la seconda partecipazione.