Balocco: milioni di euro di investimento anche nell’anno nero

Nonostante il Covid l’azienda dolciaria ha continuato a ampliarsi

L’anno nero in cui tutte le previsioni sembrano sbagliate. Ma anche un anno da “superare” per poter continuare il lungo processo di crescita iniziato e progettato da tempo. Alberto Balocco, presidente e Amministratore delegato della dolciaria fossanese ci ha raccontato come sono andati gli ultimi 12 mesi sotto l’influenza del Covid.
Come l’azienda ha affrontato il 2020? Nella forse vita non c’è un momento in cui tutto è perfetto, ma ci sono molti periodi in cui molte cose vanno bene. Il 2020 invece è stato per tutti un susseguirsi che cose che non vanno. Un'azienda deve fare delle previsioni: quando si fa il budget non si ha la pretesa di azzeccarlo al 100%, perché gli esseri umani sono perfettibili e non perfetti. Però un conto è sfiorare il budget, un conto è non azzeccarlo mai.
È ciò che vi è successo? A ridosso della Pasqua la campagna è stata completamente travolta dagli eventi. Il lockdown e un’oggettiva impossibilità di scambiarsi i regali hanno significato per noi ordini, ricevuti e processati, che venivano annullati. Ci siamo ritrovati con un eccesso di stock.
Come avete reagito? Nell’unico modo possibile: cercando di gestire al meglio l’emergenza. Quando i focolai erano limitati e arrivavano i tir dalla zona rossa i nostri dipendenti avevano paura. Poi il virus è arrivato da noi e al timore si è aggiunto l’assenteismo: abbiamo faticato a coprire turni di produzione frollini (quella delle colombe ovviamente era stata fermata) perché mancava personale.
Generalmente Balocco trova il lato positivo delle cose. C’era questa volta? Senza dubbio: tantissime aziende erano chiuse e invece noi potevamo continuare a lavorare perché siamo filiera agroalimentare. Una fortuna gigantesca. Ci siamo detti: tiriamoci su le maniche e impostiamo il nostro lavoro come se non ci fosse il Covid. Uno sforzo di freddezza per tenere la rotta facendo finta che il mare si sia ridimensionato. Dovevamo continuare a produrre e anche decidere se continuare a investire visto che nel 2019 avevamo fatto un ampliamento nello stabilimento di Santa Lucia: subito dopo il lockdown abbiamo firmato il contratto per terminare il progetto di realizzazione di una nuova linea di produzione continuativi.
Un investimento molto grande. Si, milioni di euro. Non solo: vogliamo essere più green e abbiamo acquistato 5 impianti di impacchettamento che ci consentiranno di utilizzare meno carta. Tutto questo mentre il mondo va a fondo: ci siamo organizzati per continuare a crescere e fare il nostro mestiere.
Come va la campagna del Natale? Le prospettive iniziali non erano malvage perché in estate la situazione si era normalizzata parecchio, la campagna estero (Balocco arriva in 70 paesi) non è andata male. L’autunno con la seconda ondata di certo non ci ha fatto bene. Come sempre ci giochiamo tutto alla fine: l’80% delle vendite del Natale (che ha volumi 3 volte quelli della Pasqua) avviene dopo l’8 dicembre.
Dopo l’esperienza di Pasqua avete lavorato in modo diverso? Abbiamo ricalibrato la produzione e rallentato un po’ rispetto agli anni scorsi: abbiamo in stock solo cose effettivamente ordinate e abbiamo lasciato la “potenza di fuoco” di produzione per gli ultimi giorni.
Avete già una prospettiva di andamento? È ancora troppo presto per dirlo. È possibile che immetteremo sul mercato una minore quantità di quella gamma di prodotti Balocco che è tipica dello scambio dei regali. Ma è anche probabile che alcune voci cresceranno, come il prodotto di autoconsumo, il panettone non più da divedere in 10, ma in 4 o 5.
Lockdown e vacanze ridottissime hanno aumentato invece le vendite dei frollini? Si, abbiamo venduto più biscotti rispetto al 2019, soprattutto ad aprile e maggio. Venti anni fa quando abbiamo scelto di investire sui biscotti in modo più coraggioso ci sembrava di essere Don Chichotte contro i mulini a vento perché i biscotti li facevano tutti. Siamo partiti da ultimi, ora abbiamo la seconda quota di mercato in Italia dietro quel colosso di Barilla. Chi ha lavorato su questo progetto ha fatto bene pensando che produrre solo per la ricorrenza poteva essere rischioso. La diversificazione ha pagato.
Il Covid ha modificato l’organizzazione aziendale? Lavoriamo consapevoli di dover essere più performanti rispetto agli altri anni, in modo tale da mantenere il più possibile il risultato: abbiamo fatto investimenti e dobbiamo fare margine per poterli pagare. Quindi: gestione massima dell'efficienza, capacità produttiva e arginamento dei costi. In un anno complicato come questo il nostro obiettivo è mantenere salva la redditività percentuale dell'azienda. Il 2021 presumo non potrà che essere migliore, perché pianificheremo la Pasqua come abbiamo fatto per il Natale. Ci auguriamo entro il primo semestre di avere i nuovi impianti così da immettere sul mercato nuovi prodotti, sempre nell'ottica della sostenibilità, un aspetto che vogliamo perseguire e che ci chiedono i nostri clienti.
Quest'anno avevate a disposizione il polo logistico di Trinità che avete comprato nel 2019. Si, 16 mila mq coperti dove prima si stoccava vetro e dovevamo adattare alle nostre esigenze: siamo entrati tipo marines (ride, ndr) e abbiamo inizialmente fatto fuoco con la legna trovata. Il lockdown ci ha fatto slittare i lavori, ma a fine agosto avevamo bocche di carico, scaffalature e tutto il necessario per realizzare i sogni di efficienza logistica che avevamo da tempo. E lo abbiamo fatto nell’anno nero.
A ottobre avete anche avuto un incendio…E ha fatto parecchi danni a tetto e materiale isolante. Anche in questo caso abbiamo avuto tempi di ripristino da marines. L’incendio è partito alle 3 del mattino e ha impegnato i vigili del fuoco per 7 ore. Alle 23 arrivavano i camion con il nuovo isolante da installare: i nostri fornitori hanno reagito immediatamente. Quando sei nel letame e hai gente che ti aiuta, ti senti meno nel letame. E questo ti dà una spinta morale incredibile.
La Balocco è un’azienda solida. Questo è stato fondamentale nell’anno della Pandemia? In tanti anni di attività abbiamo imparato non dare nulla per scontato e abbiamo fatto il massimo per essere sempre un'opportunità per questo territorio, in termini occupazionali e di prospettiva. Il 2020 si ha travolti, ma noi avevamo i conti a posto e le spalle larghe. L’abbiamo superato continuando a pensare al futuro.