La fede al centro del Sinodo

Pubblicata la terza scheda del percorso sinodale delle diocesi di Cuneo e Fossano

Sinodo Scheda Fede

È stata pubblicata la terza scheda del percorso sinodale delle chiese di Cuneo e Fossano: dopo aver messo a tema i cambiamenti e la parrocchia, ora si invita a riflettere sulla fede.

«C’è ancora fede sulla terra?» «Sì, molta!» «E in Europa?» «Boh!» La domanda che Gesù ha posto un tempo è al centro del cammino sinodale intrapreso dalle diocesi di Cuneo e Fossano: «Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà ancora fede sulla terra?» (Lc 18,8). «Ne troverà a Cuneo e a Fossano?» ci domandiamo noi.
Il punto di partenza è la costatazione che la fede sulla terra non sta affatto scarseggiando. Anzi prolifica. Credere fa parte dell’umanità. Perché quando si inizia a non credere più in nulla si inizia a morire.
La credenza, ossia l’energia con cui si investe nel futuro, in genere non muore. Ma si trasporta da una cosa all’altra. Si crede in un Dio salvatore o nella rivoluzione o nella scienza o nella tecnologia o, addirittura, in se stesso! E quando lo sguardo scende sulle pratiche quotidiane scopre quanto ognuno creda in un marchio o in un prodotto alimentare, in una persona speciale o in un angelo invisibile, nelle proprie idee, nella scuola o nell’impresa per cui lavora … Credere è energia basilare per guardare al futuro e non lasciarsi appiattire su un presente vuoto, sospeso o disperato.
«In che cosa crediamo?». «Crediamo ancora?». Sono domande che il cammino sinodale intende lanciare, per condividere un cruccio, un interrogativo, che ci riporta a quello antico di Gesù. «Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà ancora fede sulla terra?». Ma lo sguardo deve diventare locale: «Nelle nostre case, nelle parrocchie, nelle nostre diocesi … in che cosa crediamo?».
Sarà interessante scoprire un mare sommerso di fede, di credenze. Possiamo chiamarlo pluralismo oppure personalizzazione. Addirittura, potremmo chiamarlo frutto multiforme dello Spirito di Dio! Anche in questa nostra civiltà europea, che spesso viene detta secolarizzata o laica o senza Dio, la fede prolifica e ci meraviglia.

Ma la domanda antica di Gesù va anche oltre: «Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà fede?». Troverà fede … in Lui? Ci sarà ancora qualcuno che lo sta attendendo perché ha investito … in Lui? Nel mare immenso di fede che sorregge l’umanità, c’è ancora spazio per una fede in Cristo, il crocifisso che è risorto ed è stato proclamato salvatore del mondo? Chi ci crede ancora?
Questa domanda è molto più impegnativa della precedente, perché oggi, in Europa, anzi qui a Cuneo e a Fossano, non sappiamo rispondere. Il percorso sinodale condivide questa povertà della Chiesa: ciò che è alla base di tutto il cristianesimo, ossia la fede in Cristo, ci sfugge. «Crediamo veramente in Lui? Crediamo ancora?».
A questa domanda non rispondono le statistiche di quanti vanno in chiesa o di quanti frequentano le parrocchie. Perché la domanda sulla fede provoca tutti, chi prega in chiesa e chi se ne sta a casa o frequenta corsi di ogni genere: «Crediamo veramente in Cristo?».
Qualsiasi risposta daremo di giorno in giorno a questo interrogativo, non potremo fare a meno di dire che la ragione per cui esistono le parrocchie, i gruppi e i movimenti ecclesiali, i campi e gli oratori parrocchiali, le curie diocesane, i vescovi, i preti, i diaconi, i catechisti, gli animatori giovanili, i volontari della Caritas … è questa: la fede in Cristo! Povera, sconosciuta, sempre in pericolo di perdersi, eppure ragione di tutto quanto i cristiani propongono nella società.
Condividere la domanda di Gesù circa la fede è il punto di partenza di ogni riforma nella Chiesa. È il cuore del cammino sinodale appena avviato e gravido di promesse per le nostre comunità e per il territorio in cui esse vivono.

Giuseppe Pellegrino jr