Il coach Mauro Dotta nella lista di Top Voice 2021 – AGGIORNATO

mauro dotta coach

Ha lavorato per vent’anni nel settore delle Risorse umane, di cui dodici come direttore del personale alla Mollo Spa; due anni fa ha deciso con coraggio di abbandonare tutto per potersi dedicare appieno a ciò che più gli corrisponde: occuparsi delle relazioni tra le persone nell’organizzazione del lavoro, dando molto spazio all’ascolto, all’empatia e alla comunicazione.

In soli due anni Mauro Dotta, coach certificato a livello internazionale presso l’International Coach Federation, ha ottenuto un grande seguito; nei giorni scorsi Linkedin, il social network dedicato al mondo del lavoro più importante al mondo (15 milioni di iscritti solo in Italia) ha pubblicato il suo nominativo nella lista di Top Voices 2021, una selezione di 10 influencer che Linkedin invita a seguire.

“Si tratta di professionisti che condividono sulla piattaforma i loro consigli e le loro competenze sui cambiamenti del mercato del lavoro e sulle modalità di ricerca e selezione – spiega Michele Pierri, giornalista di Linkedin Italia -.

Le informazioni condivise da questi esperti possono aiutare ad affrontare questa crisi senza precedenti causata dall’epidemia”.

 

Qual è stato il ruolo di Mauro Dotta? In cosa si è distinto? Perché Linkedin lo ha scelto fra centinaia di migliaia di professionisti per segnalarlo ai suoi iscritti come “voce” da seguire?

Ne abbiamo parlato con lui.

Lo abbiamio sentito al telefono mentre si trova in Abruzzo per accompagnare un’azienda nel difficile “passaggio generazionale”. Abbiamo avuto così modo di entrare subito nel merito del suo lavoro.

Qual è esattamente il tuo ruolo, in casi come questi?

Il passaggio generazionale è un momento delicato per tutte le aziende, se accompagnato con i giusti strumenti può rivelarsi amplificatore di valori da una generazione all’altra.

Dobbiamo pensare che si trasferiscono a livello aziendale le dinamiche tra genitori e figli, spesso complicate di per sé e si possono innescare meccanismi molto pericolosi che vanno disinnescati con un lavoro che non può prescindere da una grande attenzione alle relazioni, basato sull’ascolto.

Relazioni, ascolto, empatia caratterizzano il tuo approccio all’organizzazione del lavoro.

Sì, io parto dal presupposto che buone relazioni umane nell’ambiente di lavoro contribuiscono a un buon risultato aziendale.

Sono molto focalizzato sull’ascolto, sul sapersi connettere con le emozioni. Parlare di emozioni sul mondo del lavoro non è scontato, ma è indispensabile. Io curo molto questo aspetto perché ci credo e formo le persone a farlo; è una strada che fa vivere meglio le persone e dà risultati alle aziende. Quando hai cura delle persone le persone hanno cura di te, della tua azienda.

E tutto questo come si collega con Linkedin?

Linkedin è un social nato come piattaforma per chi cerca lavoro ma negli anni si è evoluto, sta diventando altro, un luogo per mettere in contatto le persone, per fare business, una piattaforma in cui le persone si possono formare: vi si trovano corsi on line, richieste di consulenze, consigli… In questi due anni io ho proposto i miei contenuti, ho fornito consigli, consulenze a chi mi ha avanzato richieste.

Che cosa ha inciso, in particolare, nella valutazione di Linkedin? Cosa ti ha portato nella “Top Voice 2021”?

Linkedin valuta i contenuti e gli strumenti; una valutazione oggettiva, molto “pulita”. Io non conosco nessuno in questo mondo; trovarmi in questa “lista” è per me un risultato inaspettato ed eccezionale considerando la rilevanza di Linkedin a livello mondiale. Credo che abbia inciso la caratterizzazione dei miei contenuti: mi sono differenziato da altri consulenti puntando sulle relazioni umane e proponendo un metodo preciso, con i suoi indicatori, parametri che consentono di misurare i cambiamenti registrati nel percorso.

Inoltre ho creato una newsletter, “HR Notes”; in due mesi si sono iscritte 10 mila persone - iscritte a Linkedin - interessate alla gestione delle risorse umane.

Ci fai qualche esempio di “casi” su cui stai applicando il tuo metodo di lavoro?

Come ti dicevo, ora sono in Abruzzo per seguire un “passaggio generazionale”. Intanto sto seguendo un progetto di valutazione delle performance in due grandi aziende Torinesi; in questo caso ho mappato le competenze che servono all’azienda per le sfide future, poi ho iniziato a “misuare” le persone sulla base di alcuni indicatori il più possibile oggettivi, che consentono una valutazione a partire dai comportamenti osservabili. Misurare le competenze serve a conoscere le persone che lavorano con noi e ad offrire loro il giusto supporto di sviluppo affinché si sentano tutti parte di un qualcosa di più grande.

Tu hai dato molto a Linkedin, ai suoi iscritti, con consulenze gratuite, consigli e contenuti; immagino che Linkedin sia stata utile anche a te.

Sì, certo, il 40 per cento dei miei contatti arriva da questa piattaforma.

Due anni fa hai fatto una scelta molto coraggiosa lasciando un lavoro sicuro per affrontare il mare aperto. Non ti sei mai pentito di questa scelta?

Ho avuto momenti difficili, in particolare un anno fa, quando avevo appena messo insieme un po’ di iniziative e il lockdown ha bloccato tutto. È stata dura ma ho capito che dovevo reinventarmi un’altra volta.

E come ti sei “reinventato”?

Ho utilizzato i tempi morti del primo lockdown per scrivere un libro a cui pensavo da tempo e che uscirà tra breve.

Un libro… sul tuo lavoro?

Sì, sulla leadership affettiva

Cioè?

Da tempo penso che manchi umanità nelle leadership che ci governano, in tutti gli ambiti.

In questo libro racconto a mio figlio quali sono le qualità che deve avere un leader affinché un domani si possa ispirare o possa essere lui stesso fonte di ispirazione per gli altri. Il leader affettivo è il leader che si afferma perché tratta bene se stesso e gli altri. Io fornisco alcuni suggerimenti perché il “trattare bene” sia davvero efficace e abbia un ritorno sostenibile per la persona stessa e per l’azienda.

Il “leader affettivo” esiste nella “letteratura” di settore oppure si tratta di una definizione tua?

Che io sappia è una definizione mia, un po’ innovativa, come del resto è innovativo insistere sulle emozioni, sulla consapevolezza. In questo libro parlo delle competenze che contraddistinguono il leader affettivo: l’ascolto, l’umiltà, l’umorismo, la gentilezza.

Se si tratta di questo, chi non vorrebbe un “leader affettivo”?

 

Relazioni, ascolto, empatia caratterizzano il suo approccio all’organizzazione del lavoro.

"Io parto dal presupposto che buone relazioni umane nell’ambiente di lavoro contribuiscano a un buon risultato aziendale - dice -. Sono molto focalizzato sull’ascolto, sul sapersi connettere con le emozioni. Parlare di emozioni sul mondo del lavoro non è scontato, ma è indispensabile. Io curo molto questo aspetto perché ci credo e formo le persone a farlo; è una strada che fa vivere meglio le persone e dà risultati alle aziende. Quando hai cura delle persone le persone hanno cura di te, della tua azienda.