L’indice Rt, che misura il contagio Covid, in Piemonte è salito 1,02. Dunque, è molto probabile che da lunedì 1° marzo la nostra regione ritornerà in arancione.
La situazione è in peggioramento in tutto il Piemonte: lo certificano anche i dati del bollettino contagi diffuso oggi dall’Unità di crisi. La percentuale che misura il rapporto tra tamponi eseguiti e persone positive al Covid-19 è salita al 6,8%, due giorni fa era al 4,7%, dieci giorni fa al 4,1%. Il numero dei positivi da tre giorni è stabilmente sopra i mille: oggi sono 1.454 (ieri 1.453, martedì 1.023) e la percentuale di sintomatici positivi è salita al 70%. Stanno risalendo anche i ricoverati in terapia intensiva che sono 162 (+17 rispetto a martedì) e le persone in isolamento domiciliare, 12.239 (+1.211); stabili - circa 1.900 - coloro che sono ricoverati con sintomi da Covid nei reparti ordinari.
Altri 37 decessi registrati nelle ultime 48 ore portano il totale (da inizio pandemia) a 9.346. Una cifra spaventosa, ma ormai sembra che non interessi più a nessuno.
Il peggioramento dei dati è fotografato anche dalla Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale dell'epidemia da Coronavirus: dal 17 al 23 febbraio sono ben 41 in Italia le province che hanno registrato un incremento percentuale dei nuovi casi, rispetto alla settimana precedente, superiore al 20%: tra queste la provincia di Cuneo che, nella settimana osservata, ha avuto una variazione di +38%. In forte crescita anche le province di Vercelli, Biella e il Verbano Cusio Ossola.
Tutti questi dati confermano che occorre introdurre tempestivamente restrizioni rigorose. Temporeggiare non serve a niente.
La decisione ufficiale sul passaggio in zona arancione verrà presa domani, venerdì 26 febbraio. Se così avverrà torneranno a essere vietati gli spostamenti fuori dal proprio Comune (ad eccezione di quelli per motivi di lavoro, salute, necessità) e richiuderanno bar e ristoranti, con la sola possibilità delle vendite da asporto per i bar solo fino alle 18, per i ristoranti fino alle 22, mentre le consegne a domicilio sono sempre consentite.
Per la scuola non cambia nulla. I cicli inferiori restano in presenza, mentre si mantiene al 50 per cento la didattica in presenza nelle scuole superiori.