Covid: situazione in peggioramento, Piemonte verso l’arancione

Secondo il report della Fondazione Gimbe, dal 17 al 23 febbraio la provincia di Cuneo ha registrato un incremento percentuale dei nuovi casi, rispetto alla settimana precedente, del 38%

Coronavirus Ospedale
Foto ANSA

L’indice Rt, che misura il contagio Covid, in Piemonte è salito 1,02. Dunque, è molto probabile che da lunedì 1° marzo la nostra regione ritornerà in arancione.
La situazione è in peggioramento in tutto il Piemonte: lo certificano anche i dati del bollettino contagi diffuso oggi dall’Unità di crisi. La percentuale che misura il rapporto tra tamponi eseguiti e persone positive al Covid-19 è salita al 6,8%, due giorni fa era al 4,7%, dieci giorni fa al 4,1%. Il numero dei positivi da tre giorni è stabilmente sopra i mille: oggi sono 1.454 (ieri 1.453, martedì 1.023) e la percentuale di sintomatici positivi è salita al 70%. Stanno risalendo anche i ricoverati in terapia intensiva che sono 162 (+17 rispetto a martedì) e le persone in isolamento domiciliare, 12.239 (+1.211); stabili - circa 1.900 - coloro che sono ricoverati con sintomi da Covid nei reparti ordinari.
Altri 37 decessi registrati nelle ultime 48 ore portano il totale (da inizio pandemia) a 9.346. Una cifra spaventosa, ma ormai sembra che non interessi più a nessuno.

Il peggioramento dei dati è fotografato anche dalla Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio settimanale dell'epidemia da Coronavirus: dal 17 al 23 febbraio sono ben 41 in Italia le province che hanno registrato un incremento percentuale dei nuovi casi, rispetto alla settimana precedente, superiore al 20%: tra queste la provincia di Cuneo che, nella settimana osservata, ha avuto una variazione di +38%. In forte crescita anche le province di Vercelli, Biella e il Verbano Cusio Ossola.
Tutti questi dati confermano che occorre introdurre tempestivamente restrizioni rigorose. Temporeggiare non serve a niente.
La decisione ufficiale sul passaggio in zona arancione verrà presa domani, venerdì 26 febbraio. Se così avverrà torneranno a essere vietati gli spostamenti fuori dal proprio Comune (ad eccezione di quelli per motivi di lavoro, salute, necessità) e richiuderanno bar e ristoranti, con la sola possibilità delle vendite da asporto per i bar solo fino alle 18, per i ristoranti fino alle 22, mentre le consegne a domicilio sono sempre consentite.
Per la scuola non cambia nulla. I cicli inferiori restano in presenza, mentre si mantiene al 50 per cento la didattica in presenza nelle scuole superiori.