Una serata per imparare a dire “Padre nostro”

Venerdì 12 marzo, per tutte le parrocchie della città; con don Carlo Vallati, cappellano dell’Ospedale “S. Croce-Carle” di Cuneo

Vallati don Carlo
don Carlo Vallati

Durante il periodo quaresimale, le parrocchie della città di Fossano propongono una serata di riflessione e preghiera in Cattedrale, nel rispetto di tutte le prescrizioni sanitarie. L’appuntamento è venerdì 12 marzo alle 20.30 e ha come titolo: “Nonostante tutto, dire Padre”; è stato invitato ad offrire il proprio contributo don Carlo Vallati, cappellano dell’Ospedale “S. Croce-Carle” di Cuneo.
“L’immagine di Dio preferita dal Nuovo Testamento è senza dubbio quella del Padre - scrive don Carlo -. È l’immagine che nel mondo cristiano risulta ora la più famigliare, quella che sembra allontanare da Dio altre immagini che si prestano a interpretazioni false e pericolose. Ma anche la figura del padre è sempre da riscoprire e da purificare perché è soggetta a tutte quelle variazioni che sono connesse con i mutamenti culturali sempre operanti all’interno della società. Probabilmente la parola padre non ha ora le stesse possibilità evocative e rappresentative che aveva al tempo di Gesù. Viviamo in tempi in cui l’immagine del padre si è rivelata sempre più problematica ed esposta a insofferenze a volte particolarmente tenaci e radicali.
Nella letteratura del '900 sono tante le testimonianze che potrebbero essere invocate a convalidare questo discorso. Tra l’altro da decenni si dice che la nostra è una società senza padri.
Quali riflessi avrebbe potuto avere questa perdita del padre sull’immagine di Dio che la tradizione cristiana ha custodito nei secoli come l’icona più pura di Colui che si è soliti chiamare Dio? Ma la vita non presenta mai percorsi perfettamente lineari, sottratti ad ogni forma di contraddizione. Mentre si afferma, al tempo stesso si può negare. Quello che felicemente si credeva di aver perso, capita di doverlo subito rimpiangere. Si può rinnegare la paternità di Dio - conclude Vallati - ma è difficile abitare a lungo lontano dalla sua casa. Si rimane come segnati interiormente, nella memoria e nell’affetto, per cui, mentre si è pronti a pronunciare il proprio credo sull’inesistenza di Dio, sale dal profondo una preghiera perché si ha bisogno che Dio esista. E che esista come Padre”.