“Acquafreddisti di tutto il Nord “Tuffatevi!” - diceva il titolo di un articolo comparso poco meno di un mese fa su “Specchio”, l’inserto domenicale de “la Stampa”. Sulle sue colonne, una penna prestigiosa ed eccentrica come Maria Laura Rodotà condivideva con i lettori la sua esperienza personale di donna “folgorata” sulla via del “cold swimming water”: più semplicemente, in Italiano, la pratica di chi nuota d’inverno in acqua gelata.
Roba da Paesi del Nord - abbiamo pensato - adatta alla tempra selvaggia di nerboruti popoli vichinghi. Vero, ma non soltanto. Anche a Centallo, infatti, c’è chi ha deciso di sposare questa “filosofia”. È la 47enne Simona Vassallo, madre di tre figli, insegnante di ginnastica posturale e di movimento dolce con metodo Feldenkrais, con allievi sparsi tra Manta, Saluzzo, Fossano, Centallo, Villafalletto, Cuneo.
“La crioterapia, ovvero lo star bene con l’esposizione al freddo, l’ho scoperta circa due anni fa guardando su Internet un video di Wim Hof (The Iceman, il profeta di questa nuova disciplina - ndr) - racconta - . Mi sono incuriosita e ho deciso che volevo provarla. Il lockdown di questa primavera mi ha dato la spinta definitiva, convincendomi a superare anche le diffidenze di donna freddolosa come sono sempre stata. Così mi sono iscritta a un corso (che dura 10 settimane) e ho cominciato a espormi progressivamente a docce fredde quotidiane, per un numero sempre maggiore di tempo. Adesso posso resistere fino a 5 minuti. Quest’inverno mi sono messa alla prova anche nelle acque gelide di montagna: in valle Pesio, ai laghi di San Bernolfo, in valle Maira. E ho comprato per casa una vaschetta da esterno che riempio d’acqua con ghiaccio e dove mi immergo tutte le mattine con una temperatura di 5 gradi”.
Simona è pronta a giurare sui benefici di questa pratica: “Miglior sistema immunitario, serenità e buon umore, aumento dell’autostima...”. E l’ha proposta anche ai suoi corsisti. “Ci sono già una quarantina di persone che la stanno sperimentando - spiega -. Non si immergono in una vasca come me, ma hanno già provato l’esperienza dell’esposizione all’acqua fredda, aiutate da una tecnica di respirazione che ho loro insegnato. E ne sono felici”. In provincia di Cuneo non le risultano altre esperienze simili. “Ma sono in contatto con altre persone in Italia. E l’interesse sta crescendo, come dimostra l’articolo su «la Stampa». Per questo, mi sono resa disponibile a condividerla. Credo che possa essere stimolante ed educativa”.
Su "la Fedeltà" di mercoledì 31 marzo