È “Id al-fitr”, la festa che conclude il Ramadan. I fedeli musulmani la celebreranno domani (giovedì 13 maggio), all’aperto o al chiuso (secondo le condizioni meteorologiche) ma in entrambi i casi in spazi messi a disposizione dalla Chiesa locale. Proprio l’intervento di quest’ultima ha evitato un piccolo “caso”: secondo la comunità musulmana, il Comune non aveva infatti concesso un luogo per la festa e, in caso di maltempo, di fatto non ne sarebbe stato possibile lo svolgimento.
Adbelhadi Moujeahid, uno dei responsabili della comunità musulmana, non nasconde la delusione: “Noi musulmani celebriamo due feste durante l’anno, una di queste è «Id al-fitr»: non chiediamo altro. La precedente Amministrazione comunale metteva a nostra disposizione la palestra, mentre quella attuale non ci dà un posto: avremmo voluto usare anche quest’anno la palestra, che avremmo occupato soltanto per due ore, rispettando tutte le norme anti-contagio contro il Coronavirus. Non avremmo potuto organizzare la festa servendoci soltanto della nostra moschea, anche se non partecipano più di 200 persone: il locale è troppo piccolo e non si potrebbe garantire il distanziamento”.
La comunità musulmana, nelle scorse settimane, ha inviato una lettera al sindaco Dario Tallone, annunciando di voler celebrare la festa per la fine del Ramadan e assicurando che essa si sarebbe svolta nel rispetto di tutte le norme contro il Coronavirus. Contattati da “la Fedeltà”, dal Comune spiegano: “Il sindaco ha fatto sapere che, per quanto di competenza, si prende atto dell’intenzione di organizzare la festa, nel rispetto delle normative vigenti; la lettera, però, non è precisa e non indica il luogo in cui la comunità musulmana vuole organizzare la festa. Noi non siamo tenuti ad autorizzare o meno, ci limitiamo a prendere atto: chiunque può organizzare ciò che vuole secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, che prevede ad esempio la richiesta di occupazione di suolo pubblico, anche in forma gratuita, ed eventualmente la comunicazione alla Questura, per ragioni di sicurezza. L’anno scorso è stato dichiarato lo Stato di emergenza sanitaria, rimasto in vigore fino alla fine di luglio, ed era compito del Comune autorizzare, o meno, eventi come la festa di fine Ramadan; quest’anno non servono particolari autorizzazioni da parte nostra, ma una lettera come quella della comunità musulmana dev’essere inoltrata al Protocollo, che la destinerà all’ufficio competente, e indicare chiaramente il luogo in cui si vuole organizzare la festa, come appunto la palestra”. Spiegazioni che non convincono Moujeahid: “La nostra lettera è scritta correttamente, abbiamo sempre organizzato la festa in palestra”.
La Chiesa locale ha permesso di superare l’empasse mettendo a disposizione della comunità musulmana due spazi, il campo da calcio nei pressi della chiesa di San Filippo e una sala all’interno della parrocchia Spirito Santo: i fedeli si serviranno del primo - all’aperto - se il tempo sarà bello, mentre in caso contrario si distribuiranno fra la moschea e la sala dello Spirito Santo, in modo tale che da entrambe le parti sia possibile mantenere un adeguato distanziamento. “È un segno di civiltà - commenta don Flavio Luciano, parroco dello Spirito Santo - che una comunità religiosa ne accolga un’altra per un momento di preghiera”. I fedeli musulmani, a loro volta, ringraziano don Luciano insieme con un altro sacerdote fossanese, don Ezio Bodino: “Quando bussiamo alla loro porta, è sempre aperto”.