Allevamento all’Isola, Ambrogio incontra i residenti

Nell'attesa del Tar, il sindaco di Bene Vagienna assicura il suo impegno: "L'Amministrazione è con voi, cercheremo un rimedio"

Il sindaco incontra i residenti all'Isola per la battaglia contro l'allevamento

“Tutta l’Amministrazione comunale è solidale con il gruppo «Isola 2021». Sono qui per fare chiarezza, ci metto la faccia. Cercheremo di porre rimedio”. Sono le parole del sindaco di Bene Vagienna Claudio Ambrogio, che ha incontrato, lo scorso 18 ottobre, un gruppo di residenti dell’Isola. Nella frazione di Bene Vagienna si lavora per la costruzione di un allevamento intensivo di polli, che sulle carte è presentato come “rilocalizzazione e ampliamento” di una struttura esistente e che potrà accogliere 106.768 animali. Contro questo progetto si è costituito un gruppo, dal nome “Isola 2021”, che denuncia l’impatto su ambiente, popolazione, valore delle case e attività già esistenti e che si è rivolto al Tar perché “siano verificate tutte le condizioni che hanno portato al rilascio delle varie autorizzazioni”.

Nell’attesa di un responso dal tribunale (il Tar avrebbe dovuto esprimersi lo scorso 19 ottobre, ma ha chiesto più tempo) Ambrogio ha dato appuntamento ai residenti nella frazione - fra loro c’erano i componenti di “Isola 2021” -, ai quali ha ribadito che il Comune ha dato il Permesso di costruire per un allevamento di 29mila capi e che non ha mai autorizzato una struttura da oltre 106mila. Questo numero è comparso quando la pratica è stata sottoposta alla Provincia, per il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale, ed è stata valutata durante la Conferenza dei servizi, come prevede la prassi. “L’Amministrazione comunale - ha aggiunto il primo cittadino - ha sempre lavorato per il bene della frazione: abbiamo portato il metano e asfaltato le strade senza attendere i fondi europei”.

Foto d'archivio

Per gli esponenti di Isola 2021, “è come se il Comune fosse sparito dopo aver autorizzato l’allevamento da 29mila polli”: “Quando ha ricevuto l’invito a comparire nella Conferenza dei servizi, doveva considerarlo un campanello d’allarme, dal momento che il numero di polli previsto non richiedeva questo passaggio”.

Il gruppo conferma intanto il suo impegno a battersi per dimostrare che l’allevamento a cui si lavora non è la “rilocalizzazione” di una realtà già esistente, che è sì presente ma sarebbe inattiva da tempo, bensì una struttura del tutto nuova che, come tale, deve osservare una distanza dalle case presenti molto più ampia: “È questo il nostro compito: dal 2011 in quei locali non ci sono polli, eventualmente qualche maiale”.

Ulteriore tema messo sul tavolo è l’approvvigionamento idrico dell’allevamento, il cui fabbisogno deve misurarsi con i tubi dell’acquedotto, “vecchi e piccoli” come ha riferito il sindaco stesso.

Su "la Fedeltà" in edicola la ricostruzione completa della vicenda secondo la "memoria" del Comune depositata al Tar