Partendo dal presupposto che un’azienda è sostenibile se risponde ai requisiti di sostenibilità sociale, economica e ambientale, Davide Biagini dell’Università di Torino, intervenendo al convegno dedicato alla razza Piemontese, organizzato dall’Amministrazione comunale e dall’Anaborapi in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico del Piemonte nell'ambito delle iniziative collaterali alla Fiera del Vitello grasso. ha spiegato che la razza piemontese risponde al primo requisito perché è un prodotto tipico, che svolge una funzione sociale e culturale, con molti aspetti legati alla cultura contadina. È sostenibile economicamente è il prodotto di una delle più importante razze autoctone, quindi è legato al territorio d’origine, caratterizzato dall’ambiente socio economico; fa parte di una filiera virtuosa, in cui tutto è connesso e integrato; l’allevamento a ciclo chiuso e l’alto grado di auto approvvigionamento sono elementi positivi.
Per quanto riguarda l’aspetto ambientale il prof. Biagini, sapendo di affrontare una questione controversa, ha sviscerato a fondo il problema: “La zootecnia incide per un 5 per cento sulle emissioni dei gas serra; emette anidride carbonica che ha un ciclo breve, poi viene riutilizzata; anche in questo caso il suo è un sistema a ciclo chiuso”. Il docente ha precisato che “quello che vale per l’Italia non vale per altre parti del mondo, in quanto da noi gli animali sono allevati in stalla. “Il sistema ‘confinato’ è più sostenibile dal punto di vista ambientale”. Ha poi spiegato che nelle classifiche sull’inquinamento che si causa nel produrre i diversi prodotti si mette si usa come unità di misura 1 kg di prodotto. “Questo non è corrretto: per produrre 1 kg di carne si causa più inquinamento di quanto se ne causi per produrre 1 kg. di verdura, ma 1 kg di carne soddisfa le esigenze di molte più persone. Bisogna mettere a confronto un’unità di misura qualitativa”.
L'articolo completo su La Fedeltà di mercoledì 13 aprile