In bicicletta al Vallauri per aiutare l’ambiente, 20 mila km senza CO2

studenti vallauri in bicicletta
foto Costanza Bono

A novembre i kg di CO2 risparmiata erano 700. Ora - e siamo nel pieno dell’inverno - superano i 2.800 kg. Merito della buona volontà di chi ha preso parte al progetto, altrettanto meritevole, “Ride to school”. Ideato dal Vallauri e dall’Ascom di Fossano, a seguito della partecipazione ad un bando della Fondazione Crc, questo progetto è un po’ un gioco e un po’ una sfida, ma soprattutto è attenzione alla qualità dell’ambiente.

Il funzionamento è semplice: i partecipanti al progetto (72 studenti e 50 tra il personale del Vallauri e dei Comprensivi, a cui si aggiungono anche i bambini dei Pedibus) anziché utilizzare l’auto per raggiungere la scuola usano la bicicletta, il monopattino o vanno a piedi. Tramite un’app monitorano il tragitto percorso e anche quanta CO2 hanno risparmiato lasciando l’auto in garage.

La classifica dei gruppi vede in testa gli “Zoomer”, gli studenti, ma nella classifica dei singoli svetta invece “Cucciolo”, assistente che percorre l’intero tragitto casa-scuola, da Villafalletto a Fossano e ritorno, pedalando.

Grazie alla collaborazione con l’Ascom i partecipanti al progetto non ricevono soltanto il “grazie” dell’ambiente, ma anche un rimborso in “CO2 coins” che in realtà si traducono in soldi, spendibili in una sessantina di attività commerciali di Fossano.

I km percorsi fino ad oggi sfiorano i 21.000, suddivisi in quasi 15 mila viaggi. “Tra i partecipanti a Ride to school ci sono persone che arrivano da Cuneo, da Racconigi, da Villastellone - racconta Roberto Conte, docente al Vallauri e referente del progetto -. I buoni acquisto erogati sono oltre 2 mila euro, ma la percentuale ad oggi spesa è ancora abbastanza ridotta: è probabile che i ragazzi attendano di avere un portafoglio più ricco per spenderli tutti in una volta. Sanno di avere tempo fino a fine agosto”.

Uno degli obiettivi di Ride to school è infatti favorire l’economia circolare e aiutare il commercio del territorio, e al progetto hanno aderito bar, ristoranti, farmacie, negozi di abbigliamento... Le categorie merceologiche sono le più variegate.

Per i più piccoli del Pedibus, invece, si monitorano quotidianamente i partecipanti suddivisi per classe e alla fine dell’anno la sezione che avrà risparmiato più CO2 otterrà un buono spesa per la scuola.

La qualità delle strade

L’applicazione Wecity, utilizzata per Ride to school, monitora ogni metro percorso e consente anche all’utente di fare una valutazione delle strade, da un minimo di 1 (molto pericolosa) a un massimo di 5 punti (sicura). Questo sta dando vita ad una buona mappatura di Fossano vista con gli occhi dei ciclisti, quello che potrebbe essere il punto di partenza di un piano urbano di mobilità sostenibile. Guardando la mappa si evidenzia (e questa è una bella notizia) come la maggior parte delle strade utilizzate per arrivare al Vallauri siano a “semaforo verde”, con alcune punte di ottima sicurezza (vedi i controviali di viale Regina Elena). Su certi tratti invece bisogna viaggiare con particolare attenzione e si potrebbero studiare soluzioni che rendano più sicuro il transito dei ciclisti. Ad esempio in via Fraschea, dove per arrivare al cavalcaferrovia con ciclabile (e qui invece si è al sicuro), c’è un tratto senza spazio e attraversamenti per chi si sposta in bici o a piedi.
Via Marconi è un’altra delle strade che è stata valutata poco sicura, vuoi per la sua pendenza, vuoi per la sua dimensione. Idem per via Matteotti che però in orario di ingresso e uscita delle scuole viene resa pedonale.
Tutti i dati possono essere sfruttati, e senza dubbio lo saranno, dall’amministrazione per valutare dove e come è possibile intervenire per rendere Fossano più adatta a chi opta per la bicicletta a scapito dell’auto.

Il futuro

Ride to school non si concluderà insieme all’anno scolastico. Questo è già deciso: “L’Ascom ci ha confermato che ci appoggerà nuovamente e ciò ci fa molto piacere, perché quando si condividono gli obiettivi questi diventano più facili da raggiungere - continua Conte -. Per l’anno ancora dopo noi avremmo in testa un ulteriore ampliamento del bacino: perché no, allargarci a tutta la città, a chi ci vive e a chi la raggiunge per lavorarci. Ci piacerebbe anche dotare la scuola di uno spogliatoio dedicato a chi partecipa al progetto e magari anche di altri posteggi per le bici: la Provincia (proprietaria dei locali, ndr) si è detta disponibile, ma prima bisogna individuare le risorse”.
Ride to school piace anche al di fuori dei nostri confini e Conte è stato contattato da un’associazione di Asti (una delle città più inquinate d’Italia secondo gli ultimi dati) e da una di Piossasco che vogliono prendere esempio da Ride to school.

Quando le buone idee funzionano è bello che si diffondano.