Due mostre di Dino Pasquero nel Roero

A Canale e a Sommariva Perno.

In questo periodo, nella terra del Roero, sono aperte due mostre del pittore Dino Pasquero che meritano di essere visitate; la prima inaugurata il 28 novembre scorso presso il Roero Park Hotel di Sommariva Perno sul tema “Dalla nostra terra alla nostra cultura” è visitabile fino a domenica 10 gennaio mentre la seconda, sul tema “Aspettando il Natale” si è inaugurata domenica 13 dicembre e sarà visitabile il sabato e nei giorni festivi fino al 10 gennaio presso la Biblioteca comunale di Canale.
Ho scritto altre volte della pittura di Dino Pasquero ma sempre in occasione di rassegne collettive, in particolare per le “Mostre dei Tre” (Ciocca, Pasquero e Pirotti); in realtà conosco e seguo l’esperienza artistica di Pasquero da molto tempo e ne ricordo sviluppo e percorso.
Di lui credo che sia interessante osservare l’evoluzione, determinatasi nel corso degli anni, soprattutto nel trattare i soggetti di neve: dipingere la neve è, ed è stata, un’ossessione per tutti i pittori, a cominciare dagli impressionisti e per tutti i loro epigoni, comunque li si voglia inquadrare ed anche per i paesisti piemontesi, a cui peraltro Pasquero apertamente si richiama quando afferma che la sua è una esperienza “figurativa e impressionista”.
Per chi osserva le nevi di Pasquero (come ho scritto in occasione della sua mostra a Bene Vagienna con Ciocca e Pirotti) non è difficile notare che, nella sua pittura, il fondo della tela e il gioco dei colori, dei bianchi freddi, grigi e azzurri diventa quel paesaggio velato che non molti pittori sanno raffigurare. La neve dipinta diventa  una sensazione più che una percezione che prende corpo da quanto sta sotto quella bianca coltre leggera, affiorando soltanto con qualche segno di forma apparentemente astratta.
Parlando della sua esperienza, in una mostra a Busca del 2006, Cinzia Tesio (in “Le nevi di Dino Pasquero”) scrive tra l’altro:  “ ...I due universi, della terra e del cielo separati dal bianco-neve, spesso si compenetrano in un effetto “sottosopra” come guardando il mondo all’incontrario. Non un colore manca nei dipinti a soggetto invernale del pittore che, in certi lavori, inserisce più forte il rosso lacca dei maestri veneti della pittura, il colore della carne e della vita oltre che del sangue. Questo colore prende il corpo rotondo di alcune bacche sopravvissute che escono fuori dalla neve, attaccate appena ai rami stecchiti che le portano. Il loro colore diventa un dono prezioso per la sua rarità, oltre il bianco, come ciò che veramente sopravvive per la sua bellezza con una semplicità pari alla verità.. Di questo è fatta “l’arte bianca” di Dino Pasquero: un’arte raccolta in mezzo ad un tutto esteso ed accecante.”
Anche in queste due nuove mostre ancora una volta sono i paesaggi e le scene di vita delle Langhe e del Roero ad essere protagonisti e in essi l’artista dimostra tutto l’amore per la propria terra.
In passato sono già state sottolineate, in occasione di precedenti mostre (anche in Svizzera dove Pasquero è stato particolarmente attivo soprattutto in passato), la sua grande capacità di evocare l’incanto della natura e la dolcezza di certe immagini che l’artista sa raccogliere nella sua sensibilità.
Sono forse più di quarant’anni che seguo la sua esperienza artistica è devo dire che il suo modo di far pittura mi ha interessato da subito per quel suo modo, tutto emozionato, di “raccontare” il paesaggio nostrano che, in qualche modo, lo ricollegava alla più autorevole esperienza paesaggistica piemontese tra Ottocento e Novecento e che pure ce lo restituiva con una connotazione a ben guardare diversa.
Poi Pasquero era sparito “dal mio radar” e soltanto in seguito ne ho capito il perché: la sua attività si era spostata soprattutto in Svizzera dove ha a lungo operato e soltanto occasionalmente rientrava a Torino e nel suo Roero e quindi più difficile seguirlo nel suo iter artistico.
Più recentemente (credo a fine 2006) l’ho ritrovato in una rassegna personale nel cuneese e da allora le occasioni di vedere le sue opere si sono fatte più frequenti (da ultimo a Bene Vagienna nel 2011 nel contesto della rassegna di “I Tre” che ho prima ricordato) e devo dire che ho visto una espressività che, pur mantenendosi al massimo coerente con le esperienze del passato, mostra una assoluta padronanza dei mezzi tecnici da lui sperimentati nel tempo.
Dino Pasquero infatti, si esprime con l’olio, l’acquerello, i pastelli, la litografia e i gessetti (e forse con altri strumenti tecnici ancora) e sempre con risultati di piacevole effetto e di grande impatto visivo.
In queste due mostre (a Sommariva Perno sono esposte trenta opere ad olio mentre a Canale sono una ventina o poco più tra oli, acquerelli e gessetti) ad interessarmi sono state soprattutto le opere realizzati con i gessetti che poi l’artista “sfuma” con il pennello  riuscendo ad ottenere un risultato veramente affascinante.
Un discorso che ben si addice anche alle opere ad olio ed agli acquerelli in cui ci ripropone scorci di paesaggio, scene di vita quotidiana, atmosfere della nostra terra ed anche figure veramente degni di rilievo e che ti restano nella memoria. Due mostre proprio da vedere.