La Resistenza raccontata da chi ha imparato a resistere

Presentato a Fossano il secondo romanzo di Alberto Damilano “Il valzer di un giorno”, che racconta la storia di una banda partigiana e della salvazione di una famiglia ebrea da parte della nonna paterna 

Una sala del Castello gremita venerdì scorso ha accolto Alberto Damilano per la presentazione del suo romanzo, “Il valzer di un giorno”, edito dall’Araba Fenice.

Si tratta del secondo romanzo scritto in condizioni di totale immobilità. Alberto Damilano, 60 anni, psichiatra e psicoterapeuta, nel 2009 si è ammalato di Sclerosi laterale amiotrofica (Sla), una malattia che in pochi anni lo ha completamente paralizzato. Da allora scrive con gli occhi, grazie al “puntatore oculare” collegato con il computer; scrive perché - come dice - “creare è resistere e resistere è vivere”.

Dopo “Questa notte è la mia” che racconta la sua malattia, “Il valzer di un giorno” prende spunto da un episodio reale per raccontare la Resistenza: il  romanzo si apre con il racconto dell’ospitalità offerta dalla nonna paterna a una famiglia ebrea. A questo episodio Alberto ha saputo agganciare con grande bravura le vicissitudini di una banda partigiana. Una storia vera che narra di gente vera, un romanzo poderoso e crudele che si snoda tra imboscate, incendi, tradimenti e torture, raccontando senza fronzoli e senza pietismi la vita dura e assurda di contadini, staffette e insorti.