Il progetto Le mostre impossibili prende spunto da un’istanza di democrazia culturale che ha in Paul Valéry, Walter Benjamin e André Malraux i suoi precursori.
Le mostre impossibili presentano, in un unico spazio espositivo, in dimensioni reali (1:1), l’opera completa di un pittore sotto forma di riproduzioni digitali ad altissima definizione.
Rendendo spazialmente vicine opere distanti tra loro migliaia di chilometri, si realizza una “visione d’insieme” senza precedenti, che neanche gli stessi autori delle opere hanno potuto apprezzare.
Il progetto nasce anche dalla considerazione che la realizzazione di grandi mostre è resa ancora più problematica dalla crescente, peraltro comprensibile, contrarietà dei direttori dei musei a concedere il prestito delle opere, ma anche dagli esorbitanti costi delle assicurazioni e delle speciali misure di sicurezza, inevitabili per dipinti d’incalcolabile valore.
A partire dal 2003 sono state realizzate dalla Rai Radiotelevisione italiana tre Mostre impossibili dedicate a Caravaggio, Leonardo e Raffaello. Esposte in diverse città italiane (Milano, Roma, Napoli, Catania, Lucca, Vigevano, Avellino, Todi, ecc.) ed estere (Chicago, Malta, Città del Messico, Östersund, ecc.), le mostre sono state visitate da oltre un milione di persone, in particolare giovani.
Con Le mostre impossibili, nasce un nuovo genere di museo, complementare ai tradizionali luoghi d’arte, che si distingue per la finalità didattica, il rigore filologico e l’utilizzo di diversi mezzi espressivi: pannelli descrittivi delle opere curati da prestigiosi storici dell’arte; sequenze di film, fiction e documentari realizzati dalla Rai sulla vita degli artisti; scene tratte dagli spettacoli teatrali che il premio Nobel Dario Fo ha appositamente scritto per questo progetto.
Storici dell’arte di fama internazionale - da Salvatore Settis a Denis Mahon, da Ferdinando Bologna a Dominique Fernandez, da Claudio Strinati a Maurizio Calvesi - hanno sostenuto con convinzione questo progetto che consente accostamenti e confronti che sarebbero altrimenti impossibili, migliorando la lettura dell’opera completa dell’artista.
Le mostre impossibili hanno il pregio dell’ubiquità; pertanto, possono essere allestite contemporaneamente in diversi luoghi. Inoltre, sono modulari: le opere possono essere ordinate non solo per autori, ma anche per periodi storici, correnti e argomenti.
Le mostre impossibili sono anche dei trailer di grande efficacia: un invito a visitare i luoghi d’arte che raccolgono i capolavori originali; un’idea già presente nelle riflessioni di André Malraux, scrittore e politico francese del Novecento: “Nessuna riproduzione, per quanto tecnicamente perfetta, può essere più avvincente e toccante dell’opera originale. Tuttavia, la riproduzione fotografica delle opere d’arte ha consentito a decine di milioni di persone di conoscere e apprezzare i capolavori dei grandi artisti di tutti i tempi, invogliandoli, al tempo stesso, a visitare i luoghi che li ospitano per poterli ammirare nello splendore della loro autenticità”.
Le mostre impossibili è un progetto ideato e diretto da Renato Parascandolo (foto) con la direzione scientifica di Ferdinando Bologna.
www.mostreimpossibili.it