Biodiversità da preservare e consegnare al futuro

Mese del creato - 2ª puntata

Due verbi ci hanno guidato la scorsa settimana: contemplare e curare. Due atteggiamenti fondamentali a cui siamo invitati in questo mese del creato. “Quante sono le tue opere, Signore!” è il grido del salmista che deve farsi preghiera in noi. Ecco il tema della ‘biodiversità’, che ci parla di un ‘mondo della vita’ particolarmente ricco attorno a noi. Da contemplare e curare!
Noi lo sappiamo che l’Italia, grazie alla sua varietà geomorfologica, microclimatica e vegetazionale e grazie alla sua posizione centrale nel bacino del mediterraneo, ha condizioni di sviluppo della biodiversità tra le più significative a livello europeo? Per spiegarmi, rispetto al totale di specie presenti in Europa, in Italia si contano oltre il 30% di specie animali e quasi il 50% di quelle vegetali, il tutto su una superficie di circa 1/30 di quella del Continente. Ripeto, ricchezza da contemplare e curare! Non so chi di noi conosce l’articolo 4 della “Dichiarazione sulle responsabilità delle generazioni presenti verso le generazioni future”, adottata dall’Unesco nel 1972, che dice: “Le generazioni presenti hanno la responsabilità di lasciare in eredità alle generazioni future una Terra che un giorno non sia irrimediabilmente danneggiata dall’attività umana”. E cosa stiamo facendo? La ricchezza della biodiversità italiana è seriamente minacciata da una serie ampia di fattori: urbanizzazione e consumo di suolo esagerati, attività agricole non rispettose, incendi provocati, bracconaggio, inquinamento e tanto altro. Soprattutto da un nostro stile di vita marcato dalla logica ‘usa e getta’, da rivedere completamente!
Nelle nostre acque in tempi recenti sono scomparsi lo storione comune, quello padano e nei nostri cieli tre uccelli non volano più: la gru, la quaglia tridattila e il gobbo rugginoso. Nella «Laudato Si’» Papa Francesco scrive che “per nostra causa migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza, né potranno comunicarci il loro messaggio. Non ne abbiamo il diritto”.
Pensiamoci.

Flavio Luciano, Commissione “Giustizia, pace e custodia del creato”