Parco fluviale, è ancora polemica

La figura del vicedirettore fa litigare il vicesindaco Pellegrino e il consigliere di minoranza Cortese

Stura parco fluviale
La pedancola sullo Stura

Non ci bagniamo mai nello stesso fiume, sosteneva Eraclito. Se quel fiume è lo Stura, qualcosa, però, nel tempo rimane: se non altro, la polemica tra la maggioranza da una parte e i gruppi di minoranza di Pd e “Fossano insieme” dall’altra sull’approvazione della Convenzione di gestione del Parco fluviale Gesso e Stura. Questa approvazione è avvenuta, già con un secco “botta e risposta”, durante il Consiglio comunale dello scorso 27 maggio; ma il tema è riemerso nella seduta del 30 giugno.

Tutto nasce da un’interrogazione dei consiglieri Gianfranco Berrone, Tiziana Airaldi e Luca Avena, che chiedono all’assessore competente, ovvero al vicesindaco Giacomo Pellegrino, se sia vero quanto sostenuto da una parte della minoranza sull’ “istituzione della nuova figura del vicedirettore del parco”, che costituirebbe “un inutile aggravio di costi per il nostro Comune, che già sosteneva in «quota parte» il costo per la retribuzione del direttore”.

L’introduzione della figura del vicedirettore è stata una delle modifiche che l’Amministrazione comunale di Fossano ha chiesto di applicare alla Convenzione di gestione del Parco fluviale Gesso e Stura. Se infatti da un punto di vista geografico Fossano faceva già parte del parco, i cui confini sono definiti dalla Regione, per contro la città degli Acaja ha tergiversato nel sottoscrivere la convenzione, che è lo strumento di gestione del parco stesso: il ritardo, se così lo si vuol definire, è dovuto al fatto che l’Amministrazione comunale di Fossano voleva ottenere alcune modifiche alla convenzione stessa, considerata “Cuneo-centrica” e redatta in modo tale da negare a Fossano la possibilità di “incidere” sulle decisioni.

Nel Consiglio comunale dello scorso 27 maggio, Pellegrino ha rivendicato le modifiche alla convenzione ottenute: le sue argomentazioni non hanno persuaso il consigliere di opposizione Paolo Cortese, secondo il quale, in realtà, “si sono persi tre anni di progetti e finanziamenti”. Le parti si sono scontrate anche sulla figura del vicedirettore: e la polemica non si è evidentemente esaurita in quella seduta.

Lo scorso 30 giugno, Pellegrino - dopo l’interrogazione di Berrone, Airaldi e Avena - è dunque tornato sul tema. Il vicesindaco ha ribadito che l’introduzione del vicedirettore non comporta costi aggiuntivi, dal momento che l’incarico viene affidato a un dipendente del Comune di Fossano; quanto al ruolo, Pellegrino ha sostenuto che “non è vero che non abbia alcuna funzione” come ha affermato parte della minoranza, perché il vicedirettore, al contrario, “è una figura espressa dal nostro Comune e dal nostro territorio, che siederà al tavolo del direttore, a stretto contatto con il Comune capofila, per portare avanti le nostre istanze”. Da Pellegrino anche un cenno alla retribuzione del direttore, che “è sostenuta dal Comune di Cuneo, mentre Fossano partecipa ai costi di gestione”.  “Mi spiace per le code polemiche strumentali e penso di aver fatto chiarezza”, ha concluso il vicesindaco.

In realtà, anche in questo caso il suo intervento non ha persuaso Cortese, che ha replicato in una nota inviata ai giornali e firmata anche dai consiglieri sempre di opposizione Francesca Crosetti, Vincenzo Paglialonga e Rosita Serra. “Secondo Pellegrino - si legge nel testo - il vicedirettore non costa a Fossano perché l’incarico sarebbe ricoperto da personale a tempo indeterminato nel Comune di Fossano «imprestato» al Parco. Ha un’idea abbastanza singolare l’assessore Pellegrino dei costi: un funzionario sottratto agli uffici fossanesi per sbrigare pratiche per il parco, per lui, non è un costo per Fossano! In Convenzione quando si parla di vicedirettore, si chiarisce che «le spese di questa persona saranno a carico del Comune proponente»: se lo propone Fossano, lo paga Fossano”. Cortese, Crosetti, Paglialonga e Serra intervengono anche sulla retribuzione del direttore: “In questa prima fase il Comune di Cuneo non ha chiesto rimborso; ma la convenzione precisa  che al Comune capo-convenzione, cioè Cuneo, potrà essere riconosciuto un «rimborso spese» per l’impiego di proprie risorse di personale, nella misura che sarà determinata dall’Assemblea dei sindaci all’inizio di ogni esercizio finanziario, in base alle quote stabilite all’articolo 9. Una convenzione dura per anni e le Amministrazioni cambiano, quello che non viene fatto oggi potrebbe essere fatto in futuro”. I firmatari confermano quindi la lettura dei fatti già espressa da Cortese il 27 maggio: “Tre anni di stallo per avere un vicedirettore che non conta nulla e non partecipa né all’Assemblea dei sindaci ove si determinano l’indirizzo e la programmazione, né al Comitato tecnico che è l’organismo operativo”.