Il Presidente della Repubblica Mattarella a Cuneo

mattarella a cuneo

Programma molto fitto e denso di appuntamenti quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che intorno alle 11 di questa mattina (martedì 25 aprile) è arrivato a Cuneo.

Per lui una visita privata all'Istituto Storico della Resistenza e a casa Galimberti, affacciata sulla piazza gremita di cittadini accorsi per celebrare il 25 Aprile e dare il benvenuto al presidente della Repubblica.

Alle 12 Mattarella fa il suo ingresso al teatro Toselli, accompagnato dal sindaco di Cuneo Patrizia Manassero, dal ministro Guido Crosetto, dal presidente della Regione Alberto Cirio e dal presidente della Provincia Luca Robaldo.

Ore 12.15: Gli interventi al Teatro Toselli sono stati aperti dal presidente della Provincia Luca Robaldo: "Il 25 aprile è una data simbolo, storicamente riconosciuta come fine della Seconda Guerra Mondiale. Una libertà conquistata casa per casa, metro per metro, città per città. Grazie alla lotta partigiana, definita dai soldati americani come l'ultimo atto di dignità del Paese. Donne e uomini che hanno scelto consapevolmente di opporsi al regime che sarebbe diventato ancora più cruento con l’occupazione tedesca. La memoria della Resistenza dovrebbe essere faro guida del Paese".

Ore 12.20: Il sindaco di Cuneo Patrizia Manassero: "Nel cuneese migliaia di donne e uomini combatterono guidati dalle parole dell’eroe nazionale Duccio Galimberti, che 80 fa ebbe la straordinaria capacità di organizzare la Resistenza e nel contempo pensare al dopoguerra. Pensando già allora ad un’Europa libera e in pace. Il 25 aprile per noi non è una semplice festività. Noi cuneesi possiamo dire di avere la Resistenza nel sangue. La storia ci insegna a non abbassare mai la guardia. Se oggi Cuneo è fiera e non ha paura di essere antifascista non dobbiamo mai dimenticare che il fascismo iniziò tra le azioni di pochi e il silenzio di molti".

Ore 12:30: Il presidente della Regione Alberto Cirio: "Questa è una data che ricorda a noi un valore indissolubile con questa terra, questa gente. Non è soltanto la Liberazione, ma è il sangue dei nostri nonni, delle nostre famiglie. In quelle lapidi ci sono i nostri cognomi. Noi siamo geneticamente antifascisti. Lo abbiamo nel sangue. Ce l’ha questa città, ce l’hanno le nostre colline e le nostre montagne".

Ore 12:45. Il presidente dell'Istituto Storico della resistenza Sergio Soave ha raccontato i tanti primati del Cuneese: "Fummo i primi a partire" ha detto. E nonostante in Granda siano state 165 le stragi nazifasciste con 864 vittime civili "non riuscirono a ammutolire la Resistenza".

Ore 12:50: Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella cita Piero Calamandrei: "Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione". E cita anche Duccio Galimberti che nel luglio del '43 affermò: "La guerra continua fino alla cacciata dell’uomo tedesco, fino alla vittoria del popolo italiano che si ribella alla tirannia mussoliniana. Un giudizio netto e rigoroso, un discorso straordinario che fa comprendere appiano valore e significato della Resistenza. E fu coerente, salendo in montagna. Galimberti è una delle prime medaglia d’oro (assegnata alla memoria) della nuova Italia".

Ore 13.05: E ancora Mattarella ha aggiunto: "Dopo l’8 settembre il tema fu quello della riconquista della patria, dopo le ingannevoli parole d’ordine del fascismo, il mito della violenza e della guerra, il mito dell’Italia dominatrice, combattere non per la causa della libertà, ma per togliere la libertà ad altri. La Resistenza fu lotta per riscattare il popolo nazionale". L’elenco delle località colpite nel cuneese "suona come una litania", ma le cita tutte il presidente, "alla memoria delle vittime e alla sofferenza degli abitanti la Repubblica oggi si inchina. Le repubblica partigiane, le zone libere, nel loro operare furono anticipatrici della nostra Costituzione. Qui a Cuneo, mentre ovunque si combatteva c’era chi come Duccio Galimberti lavorava, studiava e sognava una costituzione per l’Europa e per l’Italia. Dalla ricerca del nemico, alla ricerca dell’amico. Per liberare l’Europa dell’incubo della guerra. Possiamo quindi dire a buon titolo: Cuneo città della Costituzione".

Nel pomeriggio il presidente Mattarella ha visitato Borgo San Dalmazzo, al Memoriale della deportazione, simbolo dell’ultimo viaggio compiuto il 21 novembre 1943 da 329 persone tra uomini, donne e bambini ad Auschwitz; poi il corteo presidenziale ha raggiunto la vicina Boves, teatro della prima strage compiuta in Italia dai nazisti.