“Reddito di cittadinanza in cambio di lavoro”

Il senatore Bergesio porta l'esempio di Fossano a Roma: nella città degli Acaja chi percepisce il sussidio si impegna in progetti per la collettività

Giorgio Bergesio

I percettori del Reddito di cittadinanza devono “restituire” qualcosa alla comunità, offrendo la loro disponibilità ad impegnarsi gratuitamente in attività lavorative organizzate dai Comuni: un modello di questo tipo si applica già a Fossano e può “fare scuola” per il resto del Paese.

Questa - in estrema sintesi - la proposta sul Reddito di cittadinanza del senatore fossanese Giorgio Maria Bergesio, che ha portato a Roma l’esempio della città degli Acaja, dove il sussidio viene erogato a quanti ne hanno diritto “a fronte di prestazioni d’opera all’ente locale”. Più nel dettaglio, a Fossano sono stati attivati quattro progetti - su cura e pulizia urbana, servizi offerti dalla biblioteca civica e funzionamento della mensa scolastica - in cui i percettori del Reddito di cittadinanza vengono coinvolti a turno, lungo un periodo di 3 o 4 mesi e per 8 ore a settimana: “Con l’anno nuovo - dice Bergesio -, altri percettori saranno impiegati nei quattro progetti, in un sistema a rotazione che coinvolge contemporaneamente circa 12 persone”. Dalla turnazione sono ovviamente esclusi i casi di esonero, cioè quei percettori che non possono lavorare ad esempio perché si occupano di familiari disabili.

È un sistema che funziona e che potrebbe essere applicato a tutto il Paese - continua il senatore fossanese -. La legge di bilancio appena approvata prevede che i Municipi dovranno impiegare in progetti utili alla collettività, a titolo gratuito, almeno un terzo dei loro percettori di reddito; sempre con la legge di bilancio abbiamo inasprito il sistema di controlli e sanzioni”. Altra proposta della Lega è che l’erogazione del sussidio sia affidata ai Comuni, e non all’Inps come avviene ora: “Crediamo che sia l’ente locale il più adatto ad erogarlo, come già succede per gli altri sussidi. Questo consentirebbe di eliminare le truffe per dichiarazioni mendaci su residenza e cittadinanza, che sono il 74% del totale, e, con un controllo immediato al Catasto, si potrebbero verificare subito le proprietà di chi fa richiesta”. Il Carroccio chiede ancora che “si razionalizzino gli importi, mantenendoli per chi non può lavorare e togliendoli a chi potrebbe ma non vuole”. L’idea di fondo è che “il Reddito di cittadinanza non ha azzerato la povertà”. “È un aiuto alle famiglie in difficoltà, specie in questo periodo di pandemia; ma il sistema dei sussidi in Italia va cambiato”.

Infine, qualche numero. Nel novembre dello scorso anno, in Piemonte 132.765 persone percepivano il Reddito di cittadinanza, con un importo medio mensile di 545,55 euro, e 9.852 persone la Pensione di cittadinanza, con un importo medio mensile di 270,95 euro. Nello stesso periodo, in provincia di Cuneo 9.608 persone percepivano il Reddito di cittadinanza (importo medio mensile di 524,54 euro) e 853 persone la Pensione di cittadinanza (262,60 euro al mese).